ANALYSE RÉFÉRENTIELLE |
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Ennio FlorisL’uomo e la donna in Genesi IIGenesi 2 |
Ti scrivo perchè dai discorsi che sto facendo coi miei amici stanno venendo fuori elementi molto interessanti, soprattutto in merito alla figura di Maria di Magdala e relativamente alla posizione della donna della Chiesa. quello che emerge è quasi la costrizione della figura femminile a una posizione secondaria rispetto a quella maschile, mentre dagli insegnamenti di Gesù dovrebbe risultare l’esatto contrario. nello stesso Codice da Vinci, la discussa opera di Dan Brown che anche in Francia sta spopolando, il protagonista mette in evidenza questa posizione. ne approfitto per farti una domanda, però ti chiedo una risposta molto schietta ! Tu che sei stato dentro la Chiesa per parecchio tempo, mi spieghi per quale motivo la donna da protagonista si è trasformata in una figura di secondo piano ? perchè la Chiesa di Roma si è ostinata in una tradizione maschile, sebbene Gesù abbia voluto incarnare nella figura della Maddalena la stessa essenza della Chiesa che stava nascendo ? Eppure uno degli elementi centrali dello stesso rito, la pisside che contiene le particole consacrate, è un elemento femminile : pare che il suo nome derivi da una parola, pixis, che in greco significa bosso, e per estensione teca, luogo custodito, perchè le prime pissidi e lo stesso Graal a quanto dicono, fossero realizzati con questo tipo di legno... ed è strano che questo termine abbia la stessa traduzione di un antico termine aramaico, Magdal, lo stesso etimo da cui deriva il nome Maddalena.
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Cathédrale d’Amiens |
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u mi chiedi di essere schietto, et lo saro’, ma il problema é complesso e vasto perché non si potrebbe criticare una posizione teorica e pratica della Chiesa senza riportarci al Nuovo Testamento e, da questo, alla Bibbia, che ne é il testo di riferimento. Data la mia competenza in questo settore, credo di esservi utile riportandovi dei documenti di base sul problema. Vi saranno di luce per criticare la pratica e le posizioni dogmatiche della Chiesa e le conseguenze di esse nella nostra cultura. Mi rivolgero’ alla Genesi, come all’ Esodo, Levitico e Deuteronomio e a qualche propfeta. Per Gesù e la Chiesa primitiva, mi fermero’ su Paolo, e dui Vangeli... Ma, naturalmente, in messaggi successivi, se ne avro’ sempre tempo, possibilità e se vi saranno utili. In altri termini, entro in collaborazione con voi. E se questa funziona, potremo anche usare il sito, per renderla publica. Mi riporto qui alla Genesi. Ritroviamo il problema nei due passaggi della creazione dell’uomo, nel primo e nel secondo capitolo. Nel secondo capitolo si trova il testo fondamentale della subordinazione della donna all’uomo, secondo la tradizione giudaica ; nel primo al contrario, che é posteriore al secondo, una visione del problema opposta à quella del secondo capitolo. Ecco il riassunto del passaggio del secondo capitolo, limitandomi a sottolineare i punti principali. Dio « fa » l’uomo plasmando la polvere del suolo, e soffia nelle sue narici l’alito di vita Genesi 2:7. Lo colloca poi in un giardino, creato per lui : l’Éden Genesi 2:8-15. Constatando dopo un breve tempo che non é conveniente che l’uomo sia solo, Dio cerca di creargli un essere a lui simile che gli sia di aiuto. Et « fa » gli animali, che non corrispondono pero’ allo scopo Genesi 2:18-20. Messo a nudo nella sua problematica, questo passaggio racchiude la tesi la più radicale del condionamento della donna dall’uomo, tesi che puo’ considerarsi fondamentale nella sociétà ebraica, da cui deriva il christianesimo. Procediamo a gradi, secondo li problemi che si aprono nel corso della narrazione. In ebraico l’uomo é detto « Adamo » con l’articolo, parola derivata da « adamah », suolo. Esso é infatti fatto con la « polvere del suolo » (adama-Adamo). Adamo é l’individuo unico della specie umana, che non esiste che in lui. Ne segue che egli é stato creato a l’immagine di Dio, anche se in questo passaggio non lo si dice esplicitamente, ma appare evidente più in là, quando il testo afferma que la donna é « all’immagine dell’uomo ». Una seconda questione sorge se ci si chiede se l’uomo é sessuale o assessuale. Dio infatti lo forma per poter vivere da solo, ponendolo in un giardino, l’Éden. Il testo non parla di sesso, e non fa cenno della donna. Si puo’dunque legittimamente pensare che egli sia un individuo asessuale, veramente formato sul modello di Dio che, nel mondo ebraico, crea ma non genera. La sua persona é la sua natura. Diro’ per incidenza che l’unico figlio di Dio nella letteratura biblica é il popolo ebraico, figlio dunque adottivo, per elezione e non per natura. Dopo un breve tempo di esperienza, Dio si rende conto che non é bene che l’uomo sia solo. Ma il cambiamento non é semplice, perché nella sua creazione Dio non aveva previsto che la sua natura fosse participata da altri. Si richiede dunque un nuovo intervento creativo su l’uomo... Dio dunque addormenta l’uomo e lo sottopone a un’operazione chirurgica. Gli apre il torace e gli asporta una delle costole, riempiendo poi il vuoto di carne, e modella la costola in un corpo a l’imagine dell’uomo. E una narrazione simbolica e il simbolo é precisamente la costola (selah). Prima di tutto essa é il membro che viene tolta dall’uomo, per essere plasmato in corpo di donna, sul modello dell’uomo. Dunque simbolo del corpo dell’uomo. Ma siccome essa é asportata creando un vuoto, che Dio riempie di carne, questo riempimento dà a pensare al sesso, che Dio immette nel corpo dell’uomo. Si puo’ arrivare a pensare che in corrispondenza Dio riproduce il vuoto subito dall’uomo nella donna, tranformandolo in organo sessual ma lasciandolo vuoto. Con l’atto sessuale l’uomo ritrova nella donna il vuoto che aveva subito per dare alla donna la sua propria carne. Il altri germini ritrova se stesso in lei. Il simbolo dunque, nei suoi filamenti, permette a ricostituire la formazione della donna dall’uomo, et la reciproca sessualità. Questo simbolismo é suggerito dalla parola « costola », che rimanda al verbo « accostare », « essere accanto » « accostati al lato l’uno dell’all’altro », come nella posizione dell’atto sessuale. In ebraico il senso di « costa » é identico a quello delle nostre lingue. Il simbolismo mitico ci permette dunque di comprendre il passaggio dall’uomo-individuo, all’uomo « coppia », i cui individui si chiamano non dal nome della natura ma della loro funzione riguardo ad essa. Si dovrebbe pensare che, essendo partecipi della stessa natura, i due siano in perfetta uguaglianza e che abbiano lo stesso valore, ma no ! L’uomo resta superiore alla donna. Ma cerchiamo di comprendere questa differenza dalla esclamazione di Adamo alla vista della donna, appena sorta da lui : « questa volta essa é carne della mia carne, osso delle mie ossa, la si chiamera’ donna, perché dall’uomo é stata tolta ». Da queste parole et da quelle implicite e non espresse, si possono fissare i punti marcanti la superiorità dell’uomo. La donna é fatta non, comme l’uomo, con la polvere del suolo, ma con la carne et con le ossa dell’uomo. Essa é tratta dal’uomo, non per generazione ma par modellaggio. La ragione per cui essa é fatta non risiede in lei ma nell’uomo, affinché egli non sia solo. Quindi essa é per lui non per se stessa. Essendo fatta da lui e per lui, essa é plasmata sul modello di lui, a sua immagine. La seconda frase di Adamo richiede una spiegazione, perché la traduzione non riporta la complessità rettorica del testo ebraico. Ripetiamo il testo: « si chiamerà donna perché dall’uomo é stata tolta ». Nel testo ebraico non trovamo la parola « uomo ». Se l’avesse usato, avremmo trovato scritto : si chiamerà « Adamina » perché da Adamo é stata tolta. Invece leggiamo : « Si chiamera "Iscia" perche da "Isc" é stata tolta ». Ora Isc é l’uomo maschio, che in latino diciamo « vir ». Pensando al latino, la traduzione esatta sarebbe : « si chiamerà virago perché da vir é stata tolta ». La donna dunque é stata tolta non dall’uomo, individuo asessuale, di cui si parla in principio, e in cui l’uomo s’incarna, ma dall’individuo maschio. La femmina dunque é stata tratta dal maschio ! Cio’ induce a pensare, se seguiamo il filo della narrazione mitico-simbolica, che Dio crea la donna dopo aver riempito il vuoto apertosi nell’uomo dall’asportazione della costa, e quindi dopo avergli dato un sesso. Solo in questo caso il testo puo’ affermare che la donna é tratta da Isc, dal maschio. Ma se la donna viene dal maschio, essa viene da lui, per lui, ed é la sua immagine, suo strumento affinché lui arrivi a possedere n’ella sua personna l’uomo, cioé la natura umana. Anche la donna é una persona, ma come « aiuto » all’Isc, afinché lui lo sia pienamente, come soggetto. Infatti la successione genealogica non ha valore che dal maschio. L’onore, la gloria, la responsabilità ricadono sull’uomo, sulla donna per ridondanza, in seguito al suo servizio e alla sua unione con lui. In breve, l’uomo non esiste nella sua pienezza che nel maschio. L’onore della donna é quello di essere la sua immagine nella sua vita, comme lo é nel suo essere ! |
t410010 : 16/02/2021