ANALYSE  RÉFÉRENTIELLE
ET  ARCHÉOLOGIQUE


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Ennio Floris


La concezione di Gesù-Cristo




Ragionamenti sul credo
della Chiesa cattolica :

tempo delle origini



Indice

Introduzione

Ragionamenti sull credo
- Tempo dei origini
- Tempo storico
- Tempo escatologico

Controversia

La concezione



. . . . . . . - o 0 o - . . . . . . .

   Dobbiamo interrogarsi prima di tutto sulla affermazione che l’uomo é mortale non per natura ma in cinseguenza di un peccato. Una proposizione… contro natura ! Ma chi ha peccato ? Siccome tutti gli uomini sono mortali, bisogna concludere che tutti hanno peccato. Ma quando ? Secondo il testo della Genesi, su cui si fonda il messaggio, i peccatori sono Adamo e Eva, la prima coppia umana. Ma come é possibile che due individui, anche se sono i primi, possano rendere resposabili del loro peccato tutti quanti gli uomini, se questi non sono ancora nati ? Bisogna allora supporre che il testo parli della prima coppia non in un senso reale e storico ma mitico, per rappresentare tutti gli uomini e di un peccato che sia il simbolo di quello commesso da essi. La narrazione, ripeto, é mitica perché é proprio del mito il transfert della realtà storica in rappresentazioni esistenti in tempi preistorici e assoluti.
   Quanto al messagio cristiano della redenzione degli uomini dal peccato, esso é senza dubbio ricco di senso se si fonda su un’interpretazione mitica di questo testo ; ma se, come nella Chiesa cattolica, si da al testo un’interpretazione realista e storica, esso diventa falso e assurdo, strumento non di formazione ma d’alienazione.

   Su una seconda questione, vorrei attirare l’attenzione : che cosa ha commesso Adamo ? Ha colto e mangiato il frutto proibit. Ma questo é un’allegoria. Ora nel momento in cui scaccia Adamo dall’Eden, Dio dice : « Ora ecco che l’uomo é diventato comme uno di noi perché conosce il bene e il male. Impediamogli or ache alzi la mano per cogliere il frutto dell’albero della vita e ne i mangi e viva eternalmente » (Gn 3:22). Possiamo dire dunque che l’uomo é punito perché voleva diventare iguale Dio.
   Ma siccome Adamo é un uomo che é l’uomo, egli possiede nella sua individualità tutté le possibilità della sua natura : in individuo che é veramente come un dio. Le parole del Creadore suppongono che egli sia certo che l’uomo, ridiventato immortale, avrebbe preteso di essere come un dio. L’immortalità gli darebbe coscienza non solo di quello che fa, ma anche di quello che potrà fare. La radice del suo peccato é nella sua natura. Egli é dotato di una tale intelligenza, che gli permette di conoscere tutti i fenomeni possibili, fino a poterne cogliere le leggi. Dio sembra vedere in lui un rivale. Si comprende allora come egli non lo punisca come un individuo ma anche nella sua nature di uomo. Dio dunque, come troviamo scritto in un altro testo, si pente di aver creato l’uomo (Gn 6:6).
   Anche qui non si tratta del peccato di un uomo della preistoria ma del transfert della coscienza che l’uomo storico ha di se stesso, dotato di categorie trascendentali di cononscenza, arbitro degli eventi, del senso da dare alle percezioni, soggetto di pensiero e di linguaggio. La coscienza che egli ha di se stesso lo assimila a un dio.
   È sembra che i ripari di Dio al suo errore, imponendo all’uomo dei limiti, per cui non potrà più credersi come un dio, non sono altro che il transfert degli imperativi morali che la triogione opera in lui porre sei miùmiti alla sua ragione affinche so metta al servizio della fede.



2008




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