ANALYSE RÉFÉRENTIELLE |
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Ennio FlorisLa concezione di Gesù-Cristo |
Ragionamenti sul credo |
Indice Introduzione Ragionamenti sull credo - Tempo dei origini - Tempo storico - Tempo escatologico Controversia La concezione . . . . . . . - o 0 o - . . . . . . . |
Nel tempo storico troviamo il grande evento : il figlio di Dio s’incarna per redimere gli uomini dalla pena che essi subiscono a causa del peccato originale. A coloro che, nati in questa religione, la vivono come cultura, anche se non come pratica di fede, questa affermazione sembra ovvia e naturale. Ed é chiaro, perché restano condizionati dalla fede, di cui questa proposizione é il fondamento. Ma se decidono di refletterci per averne un’idea chiara, si accorgieranno non soltanto di non comprenderla ma anche di non capire veramente quello che dice. Cerchiamo prima di tutto di capirla. Redimere gli uomini dal peccato ! Ciò significa riscattarli dalla condizione di esseri mortali come li ha ridotti il peccato originale. Il termine « riscatto » era in uso sopratutto al tempo degli schiavi, che potevano ricuperare la condizione di uomini liberi pagandone il prezzo. Qui si tratta di riscattare gli uomini dalla condizione d’esseri mortali. Essi, certo, sono degli uomini, ma in una condizione di vita umiliante e tragica, e indecrosa per Dio stesso. Siccome l’uomo vive in una condizione opposta à quella in cui era stato creato, Dio non poteva trovare in lui quella persona che aveva creato come mediatore rispetto al mondo. Era dunque conveniente riscattarlo. Ma chi lo poteva ? Non l’uome, che non avrebbe potuto offrire un prezzo corrispondente al valore dell’immortalità perduta. Allora Dio. Ma a chi Dio potrebbe dare il prezzo del riscatto se non a stesso ? Dio avrebbe potuto liberarlo assolvendolo per grazia. Ma come potrebbe il Creatore rendere l’uomo di nuovo immortale, senza temere que egli ne avesse approfittato per farsi uguale a Dio ? É il timore che Dio manifesta quando scaccia l’uomo del paradiso (Gn 3:23). Ma Dio aveva un’altra ragione per non condonare la pena : infatti se avesse perdonato senza infliggere la pena, l’avrebbe lasciato la Giustizia insoddisfatta nelle sua l’esigenza d’equità, e sarebbe andato contro se stesso, perché egli é la Giustizia. L’esito finale mostra che c’era per Dio un’altra possibilità. Unico nella sua natura, Dio é in tre personne, si che le funzioni della sua natura sono esercitate da ciascuna di esse… Dio e Giustizia e Amore, ma la prima puo essera tribuita come funzione ad una persone, l’Amore a un’altra. Nelle relazioni fra Amore et Giustizia, il Padre é resonsabile della Giustizia, esigendo che giustizia sia fatta, il Figlio invece l’é dell’Amore. Cosi Giustizia e Amore sono in Dio unite tramite le persone. La scena però si complica. Siccome non si può essere vittime senza morire, il Figlio non puo offrirsi in sacrificio espiatorio perché, essendo Dio, non può morire. É per questo che egli s’incarna divenendo uomo, quindi mortale, atto al sacrificio espiatorio. Non per nulla la maggior parte dei teologi, con Tommaso d’Aquino, sostengono che il Figlio non si sarebbe incarnato se l’uomo non avesse peccato ! Tale é il dramma divino che precede la venuta del Cristo nel mondo. Cerchiamo ora di comprendere questo dramma. Nel primo capitolo, riflettendo sul peccato originale, ci siamo trovati in una contradizione perché l’uomo é stato punito come persona e come natura. Chi dunque ne é responsabile se non un individuo che comprenda la totalità della natura umanana, sogetto che rileva dal mito e non della ralità ? Analogo problema sorge nel tentativo di comprendere il sacrificio espiatorio della morte del Cristo. Troviamo infatti che il sacrificio espiatorio é subito dallo stesso soggetto, al quale é offerto, Dio. Ne segue che, per amore, Dio s’offre a se stesso in sacrificio, sacrificcio che non può sussistere che per una esigenza di giustizia che investe Dio stesso. Un Dio dunque che ama gli uomini fino a accettare di morire per loro, perché Giustizia l’esige. Dio vuole la morte del peccatore fino a esigerla sul suo figlio, che vuole salvarlo. Un assurdo : si dira che non si tiene conto delle persone, del Padre e del Figlio, il primo esigendo la giustizia, l’altro l’amore… Ma siccome le due persone sono lo stesso Dio, questa associazione appare non come la sintesi della giustizia e dell’amore, ma una giustaposizione contradittoria. |
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![]() ![]() ![]() ![]() ![]() t511200 : 02/11/2017 |