Sommario
Dedica
Personaggi
Prologo
I due supplicanti
L’arrivo di Nausica
La deliberazione dell’impresa
L’addio
Il viaggio nell’oceano
L’omaggio al Re dell’Atlantide
- Scena Prima
- Scena Seconda
L’uccisione di Poseidon
Il sacrificio di Ulisse
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SCENA SECONDA
(Il Re, dignitari, Iamira, Ulisse, Diomede, Diaforo, tre vergini, popolo)
Il cortile della reggia, davanti al mere. Una rupe che dà sul mare.
ULISSE
A Diaforo
– In che cosa consiste questo rito ?
DIAFORO
– Non è un rito, ma un mistero, straniero. Iamira, la vergine consacrata all’amore del Dio e nella quale Clito, la moglie del Dio, s’incarna sarà trasformata in una ninfa.
ULISSE
– È dunque un evento di metamorfosi ?
DIAFORO
– Si, essa si getta nell’oceano e il Dio la rende immortale trasformandola in una Dea.
ULISSE
– Perché ?
DIAFORO
– Per premiarla della sua fedeltà in amore. Prima che la sua sposa perda lo splendore della sua giovinezza, egli la rende immortale...
DIOMEDE
– Cosi potrà unirsi ancora con lei in un modo divino, senza che lei abbia perduto la sua seduzione.
DIAFORO
– Si, credo, perché le ninfe restano amorosa de lui, una volta rinchiuse nel nido di una roccia, o di una fonte...
DIOMEDE
A Ulisse
– Vedi, gli Dei possono fare cose che a noi non sono consentite. Se avessi potuto fare lo stesso con mia moglie ! E se Agamènnone avesse potuto trasformare in ninfa Clitennestre, prima di essere ucciso dal suo amante !
ULISSE
A Diaforo
– Come fa allora il Dio a compiere il suo mistero d’amore ?
DIAFORO
– Si sceglie un’altra vergine. Vedi, sarà una di quelle tre che accompagnano Iamira che in questo momento sale sulla roccia. Ecco, ora si accinge a pronunziare il suo inno al Dio, prima di gettarsi in mare.
IAMIRA
Vestita di bianco, solleva il velo e parla, mentre le tre virgini danzano intorno
– Fanciulle che danzate
al ritmo del cuore
prendete con voi le forme del mio corpo
prima che divengano immortali.
Mostrate al Dio amante
come sono rigonfi sempre i miei seni
e rosse la mie labbra
ferite dai suoi baci.
Mi ricorderò di voi
il giorno in cui diventerete divine.
O ninfe, che guardate ansiose
con occhi di colomba
uscite dai vostri nidi sugli scogli del mare,
lasciate la cuna delle vostre fonti
per venire incontro alla nuova sorella
che camminerà sulle onde
in ombra di luce.
Vieni, o Doris, la dolce,
prendimi per mano Ione appassionata,
cantami la tua canzone, Erato,
al suono della lira.
Fatemi un giaciglio sulle colonne d’Èracle
accanto ai nidi dei gabbiani
affinché possa offrire
ai naufraghi dei due mari
le carezze che più non hanno.
Essa si geta nel mare. Suono di una lira.
LE VERGINI
Sempre danzando
– Io ! Io ! Iamira,
scompari nelle onde
ma Erato risponde
col suono della lira.
DIAFORO
– È sempre commovente questa scena, anche se da non molto tempo essa si repete più volte. Il Dio ama tanto le vergini del tempio che dopo un breve periodo d’amore le vuole premiare con l’immortalità.
DIOMEDE
– Forse lo fa anche perché esse possano consolare i naufraghi dopo la tempeste che lui ha scatenato !
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