Sommario
Dedica
Personaggi
Prologo
I due supplicanti
L’arrivo di Nausica
La deliberazione dell’impresa
L’addio
Il viaggio nell’oceano
- Scena Prima
- Scena Seconda
- Scena Terza
- Scena Quarta
- Scena Quinta
- Scena Sesta
L’omaggio al Re dell’Atlantide
L’uccisione di Poseidon
Il sacrificio di Ulisse
|
SCENA PRIMA
(Ulisse e Nausica)
ULISSE
Al timoniere, invisible
– Tieniti al largo perché ci avviciniamo all’isola di Calipso.
NAUSICA
– Dov’è Calipso ?
ULISSE
– Vedi ? Indicando col dito.
Quell’isoletta a sinistra. Non puoi vedere la reggia, perché è costruita in un’immensa grotta. È meravigliosa però, con diversi piani, terrazze, giardini, bagni, sale, cucine...
NAUSICA
– Con chi abita Calipso ?
ULISSE
– Essa è sola, come tutte le ninfe, sebbene sia servita da molte ancelle. Ma si lamenta della sua solitudine. Lo svago che essa può prendersi è con qualche naufrago, o qualche Dio che si invaghisce di lei o marinai che per caso sono costretti a ormeggiare presso i suoi scogli. Mi ha detto anche che gli Dei sono gelosi degli uomini che capitano da lei, perché essa ne diventa amorosa.
NAUSICA
– Quelo che le è capitato con te, credo. Raccontami che cosa ti è accaduto.
ULISSE
– Io mi sono trovato li come naufrago, avendo la tempesta distrutto la mia nave. Essa mi ha accolto con una benevolezza squisita : mi ha fatto lavare, vestire, mi ha rifocillato, rimettendomi in forma. Ha fatto per me quello che dopo hai fatto tu, quando sono stato gettato dalle onde sui tuoi lidi.
NAUSICA
– E poi ?
ULISSE
– Poi, innamoratasi, mi ha pregato di restare sempre con lei, promettendomi di ridarmi la giovinezza a di darmi l’immortalità.
NAUSICA
– E tu non hai accettato ?
ULISSE
– No. Non avevo altro pensiero che di ritornare in patria.
NAUSICA
– Ma la giovinezza ? L’immortalità ?
ULISSE
– Che cosa vuoi, l’immortalità è attraente se ci consente di essere noi stessi, ma in quel caso essa mi legava per sempre a una donna, a una casa, a un scoglio... L’amore è bello nell’attimo fuggente della sua intensità di passione, se questo attimo diventa eterno, tutto ridiviene piccolo e noioso : il tempo, lo spazio, la passione.
NAUSICA
– Si vede che tu sei portato piuttosto a l’avventura che all’amore.
ULISSE
– Direi piuttosto che sono attirato dell’avventura d’amore, come tutti gli eroi. Gli uomini considerano l’amore come un riposo, una soddisfazione, l’appagamento dei loro istinti, un sereno dopo la tempesta ; l’eroe invece si da all’amore quando esso esige una lotta, un rischio, una sfida, una conquista.
NAUSICA
– E poi ?
ULISSE
– È la domanda che ci fanno sempre le donne, e alla quale non osiamo rispondere. A te lo posso dire ; poi viene la noia, l’affanno dei dettagli, la monotonia, il nonsenso. Quindi il desiderio che sorga un altro amore di gran prezzo, o la necessità di lottare per conservare il primo amore.
NAUSICA
– Perché osi tu dire queste cose a me e non ad altre ?
ULISSE
– Perché non ti posso possedere se non combattendo, lanciando una sfida agli uomini e agli Dei, violando i responsi degli oracoli, affrontando le forze della natura.
NAUSICA
– E...
ULISSE
– No, non farmi più questa interrogazione. Non ci sarà un poi con te, perché sarai sempre nuova... Tu sei come una nave, che non è costruita se non per salpare sulle onde.
NAUSICA
– Mi consideri ancora una Dea, come la prima volte che mi hai visto. Ti ricordi ? Tu mi avevi detto : « sono alle tue ginocchia, o Regina, o Dea, o mortale che tu sia... Tu devi essere Artémide, figlia del grande Zeus... »
Ride.
ULISSE
– Si, ricordo. Non credere però che io fingessi completamente, perché avevi e hai una bellezza divina.
NAUSICA
– Tu m’innalzavi al livello di una Dea piuttosto per sfugire alla mia seduzione di donna che per spingermi ad amarti.
ULISSE
– Forse è vero, ma devi capire che uscivo proprio dell’esperienza con Calipso e non volevo ricadere nello stesso errore. La mia ossessione non era di cercare una donna ma di ritornare in patria.
NAUSICA
– E tu l’hai perduta, la donna !
ULISSE
– Constato però che la Dea che ti era apparsa perché tu mi accogliessiti ha inviato di nuovo verso di me.
NAUSICA
– Perché ti occupi di me, fingendo di non amarmi.
ULISSE
– È proprio da questo che nasce il mio amore. Costretto a fingere di non amarti, l’amore per te diviene una cosa rara, preziosa, in quanto non potrò possederti che strappandoti al Dio e, direi, anche a te stessa che non mi ami.
NAUSICA
– Tu però non sei solo in questa lotta, Atèna ha concesso a un altro uomo di fingere di amarmi.
ULISSE
– Ma non è la stessa cosa. Fingendo di amarti, egli può pensare di averti già conquistata e non avrà più motivo di lottare, di compiere una grande impresa per averti.
NAUSICA
– Se è un eroe.
ULISSE
– Mio figlio è un eroe, e ragiona da eroe.
|