Sommario
Dedica
Personaggi
Prologo
I due supplicanti
L’arrivo di Nausica
- Scena Prima
- Scena Seconda
- Scena Terza
- Scena Quarta
La deliberazione dell’impresa
L’addio
Il viaggio nell’oceano
L’omaggio al Re dell’Atlantide
L’uccisione di Poseidon
Il sacrificio di Ulisse
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SCENA PRIMA
(Alcmeone, Nausica, marinai, Ulisse, Penèlope, schiave)
Il porto con una nave ancorata.
NAUSICA
Discende dalla nave presa per mano da Alcmeone e si mette in ginocchio davanti a Ulisse
– Ecco, o divino Ulisse, quella ragazza che ti accolse come un profugo, è ora ai tuoi piedi come una supplicante, per implorare la pietà degli Dei e la tua protezione.
ULISSE Prendendole la mano
– Alzati, Nausica, tu riceverai qui la stessa accoglienza che io ho ricevuto nella casa dell’illustre Alcinoo, tuo padre, e dell’augusta Areté, tua madre. Sempre tenendola per mano, la conduce verso Penèlope seduta in mezzo alle a ancelle su un banco di marmo.
PENÈLOPE
– Che mi porti, o nobile sposo, una ninfa sorpresa in sogno in qualche scoglio dei Feaci ?
ULISSE
– Ti conduco Nausica, la figlia dell’illustre Alcinoo e dell’augusta Areté. Il Re e la Regina dei Feaci te la affidano perché essa, come vedi, si offre come supplicante alla pietà degli Dei.
PENÈLOPE
A Nausica
– Tu sei la bella ninfa alla quale Atèna è apparsa per invitarla a accogliere mio marito ?
NAUSICA
Inginochiandosi
– Si, Regina, sono Nausica, la figlia di Alcinoo, Re dei Feaci, e di Areté, sua sposa. Permetti, o Regina, a questa giovane supplicante di restare come schiava nella tu casa, finché gli Dei sdegnino di rispondere alla sua domanda.
PENÈLOPE
– Tu non sarai ricevuta come una schiava, Nausica, ma come la figlia dell’illustre Alcinoo e come la vergine che Atèna ha prescelto per il ritorno di mio marito in patria. Essa l’abbraccia.
NAUSICA
Prendendo un involucro di seta dalle mani della sua ancella e svolgendolo
– Ti prego, o Regina, accetta questa stola, tramata con fili di seta e d’oro, che mia madre ha fatto per te, in ricordo della tela che tu hai tessuto per lunghi anni, nell’attesa del tuo amato sposo.
Le porge la stola.
PENÈLOPE
Prendendola e contemplandola
– È maravigliosa. Non ho mai visto una stola si bella.
NAUSICA
– Certo, perché mia madre l’ha tessuta pensando a te, di cui i poeti nella nostra corte già cantano la virtù e la bellezza.
PENÈLOPE
– Oh ! Nausica, tu non sei soltanto bella, ma la tua voce è melodiosa come il suono del liuto. Mi accorgo poi che tu sei veramente mossa dallo spirito di Atèna. Credo che la Dea non tarderà molto a soddisfare i tuoi desideri, anche se ti deve strappare dalle insidie che ti tenderà Poseidon. Vieni, non troverai in me una Regina, ma una madre che supplicherà gli Dei per te.
NAUSICA
– Regina, che sento ? Anche tu, ti presenti agli Dei come supplicante ?
PENÈLOPE
– Si, per offrir loro il mio amore fino a quando essi non avranno pietà del mio sposo e del mio popolo. Mi dà speranza che Atèna non ci abbandona.
ULISSE
– Ed io vi seguirò all’altare degli Dei con l’offerta del mio cavallo e del mio arco. Ma va, nobile sposa, conduci Nausica nei tuoi appartamenti. Fa che essa non abbia troppa nostalgia di sua madre e della sua patria.
Penèlope si allontana con Nausica e la ancelle.
ULISSE
A Alcmeone
– Tu, valeroso pilota, puoi restare con noi fino a quando non avrò trovato una risposta alla domanda di Nausica. Lancia i colombi verso la tua terra, per annunziare a Alcinoo e a Areté che la loro figlia ha trovato qui un’altra casa.
Alcmeone saluta e se ne va.
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