Sommario
Dedica
Personaggi
Prologo
I due supplicanti
L’arrivo di Nausica
La deliberazione dell’impresa
L’addio
Il viaggio nell’oceano
L’omaggio al Re dell’Atlantide
- Scena Prima
- Scena Seconda
L’uccisione di Poseidon
Il sacrificio di Ulisse
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SCENA PRIMA
(Il Re, dignitari, Ulisse, schiavi, soldati)
La sala della corte. Stile indiano.
ULISSE
Entra vestido da supplicante, seguito da uno schiavo che porta un cofano. Va davanti al Re e s’inginocchia.
– Salute, o Re dell’isola A tlantide.
IL RE
– Chi sei tu e da dovr vieni ? Dai lineamenti del tuo volto e dal colore della pelle mi accorgo che non sei un abitante delle mie isole lontane. Tu devi venire da quella città dove Atèna aveva piantato l’olivo per rivaleggiare con Poseidon, che vi aveva fatto sorgere una fonte.
ULISSE
– Non vengo proprio d’Atene, ma dall’ Ellade, dove essa è regina.
IL RE
– Come hai fatto ad attraversare l’oceano, che per noi costituisce una barriera insormontabile ?
ULISSE
– Tu rendi testimonianza che se son qui è per la volontà degli Dei.
IL RE
– Chi è quel Dio che ti ha aiutato a varcarlo ? Non può essere che un Dio nemico.
ULISSE
– Io sono qui per volontà di Atèna.
IL RE
– Atèna ! Avevo ragione : l’amica dei Greci è l’avversaria di Poseidon. Se essa ti ha spinto fin qui, non può essere se non per dichiararci guerra, come del resto essa fece mille anni fa, prima del Concilio degli Dei che separò i due popoli e ordinò a Èracle di elevare le due colonne.
ULISSE
– Il popolo greco, o Re, non avrebbe preso li armi contro il vostro se voi non aveste tentato in vari modi di sottometterci al vostro potere. Voi eravate giunti fino alla Libia.
IL RE
– Intreprendemmo questa guerra non per ragioni di conquista ma per ottenere un diritto d’esistenza fra i popoli della terra. Quando Zeus mise fine alle sofferenze di Promèteo, egli promise di amare tutti gli uomini. Invece egli è stato benevolo solo verso i Greci e ha abbandonato noi, popolo dell’Atlantide, con l’intenzione di estinguerci lentamente per le erosioni della terra e dei flutti del mare. Solo Poseidon è venuto in nostro aiuto, lui che ha cinto le nostre terre di montagne, ha elevato città, innalzato un tempio, scavato canali, ha gettato sulla terra le semenze delle piante e degli alberi, facendo crescere giardini, campi e foreste. Mandandoti qui, Atèna ha tramato qualche cosa contra di noi.
ULISSE
– Ti sbagli, o Re, se consideri Atèna come nemica. Chi ha spinto Promèteo a rubare il fuoco agli Dei per darlo agli uomini ? Atèna. Chi ha aiutato Èracle a liberare il Titano dalle sue catene ? Atèna. Chi ha intercesso nel concilio degli Dei perché fosse impedita la guerra contro i nostri due popoli ? Atèna. Quella Dea che ha avuto sempre l’iniziativa di pace, spinge oggi il popolo greco non solo a reconciliarsi col vosotro, ma a promuovere delle relazioni di commercio, di cultura e d’arte.
IL RE
– Che prova dai tu di questa benevolenza della Dea e delle vostre buone intenzioni ?
ULISSE
– Ecco : vengo da te perché tu mi permetta di supplicare Poseidon in persona nel tempio. Io son Ulisse e il mio compagno che ho lasciato sulla nave è Diomede, gli artefici della guerra di Troia. Siamo ora convinti di essere stati colpevoli di fronte a Poseidon, perché l’abbiamo ingannato col cavallo, che ci ha permesso di aprire una breccia nelle mura della città, di incendiarla e quindi di distruggerla. Ora siamo qui per chiedere misericordia al Dio, e per offrirgli come omaggio il sacrificio del nostro cavallo e anche il mio arco...
In segno della mia sincerità permettimi, o Re, d’offrirti a nome del popolo greco questo tesoro.
Prende il cofano dalle mani dello schiavo e lo apre... È pieno d’oro e di pietre preziose.
IL RE
Guarda meravigliato il tesoro
– Si, è un dono inestimabile... Esso accredita la tua sincerità.
ULISSE
– Gli stessi greci che offrono al Re dell’Atlantide questo tesoro, presentano al Dio di questa stessa isola un dono ancora più prezioso, una vergine, la più bella che esiste nella loro terra. Se noi, eroi, abbiamo combattuto la guerra di Troia per liberare Elena, la radiosa, saremmo pronti a ingaggiarci in una lotta più aspra di quella per possedere questa vergine che supera Elena in bellezza e in virtù. Credo che il Dio non potrà rinunziare ad essa, appena l’avrà vista.
IL RE
– Questo dono al Dio mi commuove più di quello che avete fatto a me. Vi concedo quello che voi chiedete. Domani sarete introdotti nel tempio, per divenire partecipi dei misteri d’amore del Dio.
A Diaforo
Diaforo, considerate Ulisse e i suoi compagni come amici. Trattateli come ospiti d’onore. Fornite loro tutto quello di cui hanno bisogno, proteggete la loro nave. Voglio che essi siano presenti anche al sacrificio di Iamira... Devono vedere con i propri acchi che il Dio premia con l’immortalità colei che si offre al suo amore.
Il Re esce. Diaforo accompagna Ulisse.
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