ANALYSE  RÉFÉRENTIELLE
ET  ARCHÉOLOGIQUE


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Ennio Floris



Ulisse



Drama in otto quadri






Sesto  Quadro :

L’omaggio al Re dell’Atlantide


(Nel palazzo reale)




Sommario
Dedica
Personaggi
Prologo

I due supplicanti

L’arrivo di Nausica

La deliberazione dell’impresa

L’addio

Il viaggio nell’oceano

L’omaggio al Re dell’Atlantide
- Scena Prima
- Scena Seconda

L’uccisione di Poseidon

Il sacrificio di Ulisse


SCENA PRIMA


(Il Re, dignitari, Ulisse, schiavi, soldati)



La sala della corte. Stile indiano.



ULISSE
Entra vestido da supplicante, seguito da uno schiavo che porta un cofano.
Va davanti al
Re e s’inginocchia.

– Salute, o Re dell’isola A
tlantide.


IL RE

– Chi sei tu e da dovr vieni ? Dai lineamenti del tuo volto e dal colore della pelle mi accorgo che non sei un abitante delle mie isole lontane. Tu devi venire da quella città dove Atèna aveva piantato l’olivo per rivaleggiare con Poseidon, che vi aveva fatto sorgere una fonte.


ULISSE

– Non vengo proprio d’Atene, ma dall’Ellade, dove essa è regina.


IL RE

– Come hai fatto ad attraversare l’oceano, che per noi costituisce una barriera insormontabile ?


ULISSE

– Tu rendi testimonianza che se son qui è per la vo­lontà degli
Dei.


IL RE

– Chi è quel
Dio che ti ha aiutato a varcarlo ? Non può essere che un Dio nemico.


ULISSE

– Io sono qui per volontà di Atèna.


IL RE

Atèna ! Avevo ragione : l’amica dei Greci è l’av­versaria di Poseidon. Se essa ti ha spinto fin qui, non può essere se non per dichiararci guerra, come del resto essa fece mille anni fa, prima del Concilio degli Dei che separò i due popoli e ordinò a Èracle di ele­vare le due colonne.


ULISSE

– Il popolo greco, o Re, non avrebbe preso li armi con­tro il vostro se voi non aveste tentato in vari modi di sottometterci al vostro potere. Voi eravate giunti fino alla Libia.


IL RE

– Intreprendemmo questa guerra non per ragioni di conquista ma per ottenere un diritto d’esistenza fra i po­poli della terra. Quando Zeus mise fine alle sof­fe­renze di Promèteo, egli promise di amare tutti gli uomini. Invece egli è stato benevolo solo verso i Gre­ci e ha abbandonato noi, popolo dell’Atlantide, con l’in­tenzione di estinguerci lentamente per le erosioni della terra e dei flutti del mare. Solo Poseidon è venu­to in nostro aiuto, lui che ha cinto le nostre terre di mon­tagne, ha elevato città, innalzato un tempio, sca­va­to canali, ha gettato sulla terra le semenze delle piante e degli alberi, facendo crescere giardini, campi e fores­te. Mandandoti qui, Atèna ha tramato qualche cosa contra di noi.


ULISSE

– Ti sbagli, o Re, se consideri Atèna come nemica. Chi ha spinto Promèteo a rubare il fuoco agli Dei per darlo agli uomini ? Atèna. Chi ha aiutato Èracle a li­be­ra­re il Titano dalle sue catene ? Atèna. Chi ha in­ter­cesso nel concilio degli Dei perché fosse impedita la guerra contro i nostri due popoli ? Atèna. Quella Dea che ha avuto sempre l’iniziativa di pace, spinge oggi il popolo greco non solo a reconciliarsi col voso­tro, ma a promuovere delle relazioni di com­mercio, di cultura e d’arte.


IL RE

– Che prova dai tu di questa benevolenza della
Dea e delle vostre buone intenzioni ?


ULISSE

– Ecco : vengo da te perché tu mi permetta di sup­plicare Poseidon in persona nel tempio. Io son Ulisse e il mio compagno che ho lasciato sulla nave è Dio­mede, gli artefici della guerra di Troia. Siamo ora con­vinti di essere stati colpevoli di fronte a Poseidon, perché l’abbiamo ingannato col cavallo, che ci ha permesso di aprire una breccia nelle mura della città, di incendiarla e quindi di distruggerla. Ora siamo qui per chiedere misericordia al Dio, e per offrirgli come omaggio il sacrificio del nostro cavallo e anche il mio arco...
   In segno della mia sincerità permettimi, o Re, d’of­frir­ti a nome del
popolo greco questo tesoro.

Prende il cofano dalle mani dello schiavo e lo apre... È pieno d’oro e di pietre preziose.


IL RE
Guarda meravigliato il tesoro

– Si, è un dono inestimabile... Esso accredita la tua sincerità.


ULISSE

– Gli stessi greci che offrono al Re dell’Atlantide ques­to tesoro, presentano al Dio di questa stessa isola un dono ancora più prezioso, una vergine, la più bella che esiste nella loro terra. Se noi, eroi, abbiamo com­battuto la guerra di Troia per liberare Elena, la radio­sa, saremmo pronti a ingaggiarci in una lotta più aspra di quella per possedere questa vergine che supera Ele­na in bellezza e in virtù. Credo che il Dio non po­trà rinunziare ad essa, appena l’avrà vista.


IL RE

– Questo dono al
Dio mi commuove più di quello che avete fatto a me. Vi concedo quello che voi chiedete. Domani sarete introdotti nel tempio, per divenire partecipi dei misteri d’amore del Dio.

A Diaforo

   
Diaforo, considerate Ulisse e i suoi compagni come amici. Trattateli come ospiti d’onore. Fornite loro tut­to quello di cui hanno bisogno, proteggete la loro na­ve. Voglio che essi siano presenti anche al sacrificio di Iamira... Devono vedere con i propri acchi che il Dio premia con l’immortalità colei che si offre al suo amore.

Il Re esce. Diaforo accompagna Ulisse.




Scritto verso il 1978




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t330610 : 15/11/2019