Sommario
Dedica
Personaggi
Prologo
I due supplicanti
L’arrivo di Nausica
La deliberazione dell’impresa
L’addio
- Scena Prima
- Scena Seconda
- Scena Terza
- Scena Quarta
Il viaggio nell’oceano
L’omaggio al Re dell’Atlantide
L’uccisione di Poseidon
Il sacrificio di Ulisse
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SCENA QUARTA
(Ulisse, Penèlope, Diomede, Alcmeone, Telèmaco, Nausica, Dignitari, Marinai, Popolo in platea)
Porto. La nave d’Ulisse. Si vede dietro la nave di Alcmeone.
ULISSE – Dignitari della città, popolo. Dieci anni fa eravamo qui per dare gli ultimi ritocchi alle navi in partenza per la guerra di T roia. Ora ci troviamo ingaggiati in una spedizione che ha il merito di liberarci dai mali della prima. Salpiamo verso l’oceano, non per fare la guerra ma per motivi di pace. Intendiamo andare al tempio che P oseidon possiedi nell’A tlantide per chiedergli pietà e offrirgli i nostri cimeli di guerra. A nome dei F eaci sono anche incaricato di presentare al Dio una vergine, Nausica, supplicante anche lei presso il dio per la pace fra gli Dei e gli uomini. Non intendo creare una reggenza durante la mia assenza, ma rinuncio alla carica di Re, per darla a Telèmaco, mio figlio.
Telèmaco si mette in ginocchio davanti al padre, il quale leva la corona reale dal suo capo e la mette su di lui.
Ecco, o popolo il nuovo Re.
IL POPOLO
– Viva il Re !
TELÈMACO
– Popolo di Itaca. Mi sento onorato oltre ogni misura della dignità che mio padre mi conferisce. Giuro davanti agli Dei che non avrò altro scopo che il bene del popolo e la pace con le altre città. Seguirò l’esempio di mio padre, anche senon mi sarà possibile imitarlo nel suo eroismo.
DIOMEDE
Inchinandosi davanti a Telèmaco
– Come sovrano di Argo ti presento, o Re, l’omaggio del mio popolo. Ma siccome mi sono impegnato a partire assieme a tuo padre per questa nuova impresa, ti faccio atto di sottomissione come suddito fedele.
ALCMEONE
Inchinandosi davanti a Telèmaco
– Anch’io, o Re, ti presento gli auguri e gli omaggi del popolo de Feaci, e del loro Re Alcinoo. Ti presento, ora che sei Re, la vergine che il mio popolo per rispondere all’oracolo, offre al Dio del mare, per placare la sua ira e ottenere la sua pietà.
IL POPOLO
– Viva Nausica !
Che cosa intendi chiedere al Dio, o fiore gentile della Grecia ?
NAUSICA
Sollevando il velo
– Non vado del Dio come vittima ma come supplicante per chiedergli che mi sia concesso di amare colui che il mio cuore ama e a cui Atèna mi ha data. Chiederò inoltre che gli Dei ascoltino la donne secondo il desiderio del luoro cuore.
IL POPOLO
– Viva Nausica, l’eletta fra le donne greche.
TELÈMACO
Si accosta a Nausica e la prende per mano, presentandola a suo padre
– Come Re ti affido, padre ed eroe, Nausica la vergine dell’Ellade affinché tu la protegga e le permetta di fare al Dio la sua supplica. Non dubito, padre, che avrai il coraggio di farti arbitro davanti al Dio della richiesta della ragazza. Fa’ che il Dio le permetta di unirsi a colui che il suo cuore ama.
Ulisse prende Nausica per mano e l’accompagna sulla nave. Diomede e Alcmeone lo seguono. Giunta sulla nave, Nausica rimane in piedi sul bordo. Si sente il suono del corno, che indica la partenza. Mentre la nave si muove, il popolo getta fiori su Nausica la quale risponde con lanci di baci.
UNA DONNA DEL POPOLO
– A rivederci Nausica, vergine dei due mondi.
ALTRA DONNA
– A rivederci Nausica, salvezza delle donne.
ALTRA DONNA
– O Nausica, stella del mare.
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