ANALYSE  RÉFÉRENTIELLE
ET  ARCHÉOLOGIQUE


Auteurs Méthode Textes
Plan Nouveautés Index Liens Aide





Ennio Floris



Ulisse



Drama in otto quadri






Quarto  Quadro :

L’addio





Sommario
Dedica
Personaggi
Prologo

I due supplicanti

L’arrivo di Nausica

La deliberazione dell’impresa

L’addio
- Scena Prima
- Scena Seconda
- Scena Terza
- Scena Quarta

Il viaggio nell’oceano

L’omaggio al Re dell’Atlantide

L’uccisione di Poseidon

Il sacrificio di Ulisse


SCENA SECONDA


(Ulisse, Penèlope, Telèmaco)





ULISSE
Va incontro a Penèlope che entra, seguita da Telèmaco

– Salute, augusta sposa.


PENÈLOPE

– Salute, nobile sposo.


TELÈMACO
Inginocchiandosi

– Buon giorno, padre.


ULISSE
Sollevandolo

– Buon giorno, figlio.


PENÈLOPE

– Ecco che ancora una volta te ne vai, anche se per volontà degli Dei. Sono però molto più triste oggi che il giorno della tua partanza per Troia, perché ho timore che sia un viaggio senza ritorno.


ULISSE

– Questo viaggio è senza dubbio incerto e pericoloso, cara, ma siccome siamo tutti supplicanti, spero di po­ter superarne i pericoli. Anche si Poseidon restasse sempre duro nei mei riguardi, credo che s’intenerirà alla tua supplica.


PENÈLOPE

– Lo vorrei sperare, Ulisse. Ma so che gli eroi, dopo aver superato infinite prove, sono chiamati a com­piere atti in cui hanno tutti trovato la morte. Gli Dei non possono fare nulla di fronte al Destino.


ULISSE

– Lo temerei anch’io se non avessi fiducia nel vatici­nio di Tiresia che mi ha assicurato che morrò in pace nella mia patria.


PENÈLOPE

– Temo però che il desiderio di gloria ti faccia dimen­ticare che anche tu devi restare sottomesso ai doveri che ti hanno imposto gli Dei.


ULISSE

– Cercherò di pensarci, cara. In tutti i casi, voglio che nostro figlio resti con te, per proteggerti, consolarti e assicurare il nostro regno.


TELÈMACO

– Hai dunque deciso che io rimanga ?


ULISSE

– Perché dovresti partire ? Dal momento in cui Nau­sica sarà nella nave, non c’è più bisogno che qual­cuno finga di amarla. Devono tutti vedere che essa è una vergine offerta agli Dei. Deve apparire come tale da­vanti all’oceano, al sole, alla luna, alle stelle.


TELÈMACO
Abbassa la testa

– Comprendo, padre.


ULISSE

– Se non ci fosse questa ragione, ce ne sarebbe un’al­tra, figlio : il nostro regno. Non voglio che durante la mia assenza tu sia solo un reggente. Tu sarai il re da questo istante. Quando ritornerò, non mi resterà che vivere gli ultimi giorni della mia vita all’ombra della tua sagezza e della tua gloria.

Egli si leva la corona e gliela mette sulla testa.

   Ecco, tutti dovrano ubbidire. Tu sei il Re di Itaca. Sposati presto, senza neanche aspettarmi, con una delle sorelle dei pretendenti che io ho ucciso con le frecce del mio arco. Questo matrimonio consoliderà il regno e la pace fra le nostre famiglie. E tu consolerai tua madre e farai onore a tu padre.


PENÈLOPE

– Sebbene come sposa tremi, non posso che gioire come madre.

Apre una scatola e ne tira fuori un anello prezioso.

   Ecco, figlio, questo è l’anello che tua madre offre a colei che ferirà i tuoi occhi e diverrà tu sposa.


Telèmaco prende l’anello e lo bacia.
Ulisse e Penèlope abbracciano Telèmaco.


ULISSE

– Ora va, figlio, cerca Nausica per accompagnarla alla nave.


Ulisse e Penèlope escono.




Scritto verso il 1978




Retour à l’accueil Quarto quadro : Scena prima Haut de page Quarto quadro : Scena terza     Choix de l'impression

t330420 : 11/10/2019