Sommario
Dedica
Personaggi
Prologo
I due supplicanti
L’arrivo di Nausica
La deliberazione dell’impresa
L’addio
- Scena Prima
- Scena Seconda
- Scena Terza
- Scena Quarta
Il viaggio nell’oceano
L’omaggio al Re dell’Atlantide
L’uccisione di Poseidon
Il sacrificio di Ulisse
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SCENA TERZA
(Telèmaco, Nausica)
NAUSICA
Entrando
– Oh, che sorpresa ! Credevo che tuo padre non volesse per ora rinunziare al regno, per affidartelo solo al suo ritorno.
TELÈMACO
– Anch’io pensavo cosi. Ti confesso che questa nomina mi capita come un fulmine a ciel sereno. Io speravo che mio padre mi avesse invitato per accompagnarlo nel viaggio.
NAUSICA
– Sarebbe stato pericoloso, se non inutile, Telèmaco. E poi, non ce l’avresti fatta moralmente. Dal momento in cui sarò sulla nave, bisogna che quelli che mi amano facciano finta di non amarmi. Come avresti fatto a far finta de non amarmi quando hai preso gusto a far finta di amarmi ? Bisogna essere eroe come tuo padre per far finta di non amare quando si ama.
TELÈMACO
– Che cosa dici ? Mio padre ti ama ?
NAUSICA
– Si, Telèmaco, e bisogna essere ingenuo come te per non accorgersi.
TELÈMACO
– Ma è impossibile. Se ti avesse amato, ti avrebbe preso con se quando tu padre t’ha offerta a lui come sposa.
NAUSICA
– Non avrebbe potuto accettare perché era già sposato. Avrebbe dovuto rinunziare a ritornarse in patria e quindi al motivo che lo aveva già reso glorioso di fronte al popolo. L’eroe non cambia mai un motivo di gloria per una ragione d’amore.
TELÈMACO
– Perché allora ti amerebbe ora, quando la sua situazione di famiglia è la stessa ?
NAUSICA
– No, è cambiata. Prima di tutto tua madre ha offerto agli Dei il suo amore, anche se non per sempre. Poi, io sono venuta qui dandogli l’impressione che lo considero sempre come lo sposo indicatomi da Atèna. Conquistarmi, strapparmi dalle mani del Dio, che è stato suo nemico per tanti anni, costituisce per lui un’impresa di grande gloria, che lo renderà immortale.
TELÈMACO
– Tu pensi allora che egli ti ami veramente ?
NAUSICA
– Gli eroi non amano mai veramente, perché nelle loro azioni sono sempre motivati dalla gloria.
TELÈMACO
– Ma tu, lo ami ?
NAUSICA
– Ero decisa darmi a lui senza amarlo, perché credevo che Atèna l’avesse scelto come mio marito. Ora sono convinta che la Dea non voleva darmi a lui.
TELÈMACO
– Ma tu, chi ami ? Mio padre che finge di non amarti, o me che fingo di amarti ?
NAUSICA
– Amo colui che mi ama senza fingere di non amarmi o senza fingere di amarmi.
TELÈMACO
Prendendo l’anello che sua madre gli aveva dato
– Ecco, il nuovo Re di Itaca di dichiara sua sposa.
Le mette l’anello.
Va proprio bene al tuo dito... Ma come ha fatto mia madre a conoscerne il taglio esatto ?
NAUSICA
– Atèna glielo ha suggerito, Telèmaco. Ora capisco perché fin del primo giorno ha guardato più volte le mie mani... Si, tu sei colui a cui la Dea mi ha dato, quando mi è apparsa in sogno.
Essi si abbracciano.
TELÈMACO
– Come ti comporterai con mio padre, durante il viaggio ?
NAUSICA
– Non mi sarà difficile, Telèmaco. Egli deve fingere di non amarmi ed io devo fingere di essere amata dal Dio.
TELÈMACO
– Ed io ?
NAUSICA
– Tu non devi più fingere ! Mi devi amare... ma in segreto. Dirai che hai già dato l’anello di sposa a colei che tu ami.
TELÈMACO
– E amarti da lontano !
NAUSICA
– Si, dovremo amarci da lontano. Vedi, caro, il nostro amore è scritto dal Destino nell’enigma del nostro nome. Non mi chiamo Nausica ? Ebbene sono come una colomba ferita, che non può raggiungere il suo amato che per le vele di una nave.
TELÈMACO
– Nella sigla del mio nome vi è scritto « lontano » : Tele...maco.
NAUSICA
– E il nome dice anche che non potrai raggiungermi se non combattendo : contre il Dio, se per caso sarà lui a possedermi, o contro il tuo stesso padre, se questi riuscirà a strapparmi dalle mani del Dio.
TELÈMACO
– Il Destino vuole dunque che anch’io divenga eroe ?
NAUSICA
– No, Telèmaco, ma un uomo che ama. Se ama veramente, l’uomo è capace di compiere azioni tanto grandi quanto quelle degli eroi, perché l’amore è piu forte della morte.
TELÈMACO
– Anche a te l’amore domanderà un atto forte come la morte.
NAUSICA
– Interiormente, si. Quando il pretendente cercherà di prendermi io mi metterò l’anello e gli dirò che non posso essere sua perché sono già di un altro, di colui che mi ha dato l’anello. Quindi, vedi, essendo donna, non posso che rimettere la mia motta agli uomini.
TELÈMACO
– E se per caso il pretendente, sia egli il Dio o mio padre, cercasse di violarti ?
NAUSICA
– Mi refugierò come supplicante presso l’altare d’Èra, che non permetterà un simile misfatto.
TELÈMACO
– E io verrò per liberarti... Ma intanto passeremo lungo tempo senza communicare fra noi.
NAUSICA
– E perché ? Non potremo parlare con i segni dell’universo ? Seduta sulla nave, io dirò alle onde : orsù onde, attraversate l’oceano e andate sulle rive d’Itaca per carezzare colui che il mio cuore ama. E le onde si trasformeranno in ninfe.
TELÈMACO
– Ed io dirò ai venti : attraversate il mare, volate veloci fra le colonne d’Èracle e portate a Nausica i battiti del mio cuore. E i venti si trasformeranno in zeffiri.
NAUSICA
– La sera, quando il sole sarà scomparso, dirò a la luna appena essa apparirà sull’orizzonte : va, luna, avvolgi il mio Telèmaco con sogni d’amore.
TELÈMACO
– Ed io all’alba aspetterò il sole e gli dirò al suo sorgere : va, o sole, sprona i tuoi cavalli verso l’occidente e dì a Nausica che io languisco d’amore.
Si abbracciano con passione. Si sentono voci che chiamano Nausica.
NAUSICA
– Mi chiamano, dobbiamo andare... Senti, mi dimenticavo di dirti che ho detto al generale di mio padre di farmi mettere in cabina dei colombi, quelli che noi usiamo per inviare i messagi. Cosi, quando sarò arrivata, li farò volare verso di te e tu verrai con loro... da lontano.
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