Sommario Dedica Personaggi Prologo I due supplicanti L’arrivo di Nausica La deliberazione dell’impresa L’addio Il viaggio nell’oceano L’omaggio al Re dell’Atlantide L’uccisione di Poseidon - Scena Prima - Scena Seconda Il sacrificio di Ulisse
Mentre gli uomini della corte si levano in piedi, entrano in scena Diomede, portando il cavallo, Alcmeone, accompagnato di Nausica, Ulisse col suo arco. Essi eccetto Nausica, s’inginocchiano davanti al Dio.
NAUSICA – Mi hanno presentata a te come un’offerta, o Dio, ed ero obbligata a non muovermi, come il cavallo e l’arco.
NAUSICA – Nausica.
POSEIDON – Anche nel tuo nome tu corrispondi a quella che il mio cuore desidera. Forse tua madre ti ha dato questo nome per suggerimento degli Dei che sapevano che tu saresti venuta da me per nave. Il tuo nome è cosi bello che voglio, da questo momento, che mi figlia sia chiamata anche lei Nausica. Tu sei mia figlia e mia sposa.A Alcmeone. Dirai ai Greci che accetto la loro offerta.
NAUSICA – Non posso acconsentire, o Dio, prima che tu sciolga l’enigma che avvolge la mia persona, come offerta.
LE VERGINI – Ahimé ! Ahimé ! Il Dio ha tolto i suoi sguardi dai nostri occhi per rivolgerli su quelli della bella straniera !
ULISSE – Dio, secondo le leggi che regolano le relazioni fra gli Dei e i mortali, non può un Dio accettare un dono e rifiutare un altro senza mettere in dubbio il suo consenso. Tu non hai ancora accettato il mio arco.
POSEIDON – Ah ! L’avevo dimenticato, amico eroe. Ebbene offrilo.
ULISSE – T’offrirei, o Poseidon, quest’arco per destinarlo al sacrificio del fuoco se non fossi convinto che esso debba restare un’arma efficace per la difensa di Nausica, tua sposa. Proponguo dunque d’offrire assieme all’arco il mio servizio, almeno fino a quando avro’ instruito un arciere abile e valoroso per il suo uso.
POSEIDON – Non è necessario, Ulisse, perché i soldati della città prenderanno cura della ragazza e se loro non bastassero, ci sono io, Dio e marito.
POSEIDON – Basta allora che tu consegni l’arco a uno dei nostri arcieri che io farò custode di Nausica.
ULISSE – D’accordo, ma bisogna che questo arciere sia veramente valoroso e abbia molta pratica dell’arma, perché il mio arco non è come gli altri. Alcuni pretendenti di mia moglie hanno tentato di usarlo ma non ci sono riusciti. Sono caduti tutti morti non appena io l’ho teso con la forza delle mie braccia.
POSEIDON – Chialatemi subito Taxote, il grande arciere. Lui non avrà alcuna difficoltà ad usare l’arma. Mentre qualcuno va a cercare l’arciere, Ulisse chiama Diomede perché resti vicino a se e gli affida l’arco che egli si mette a ripulire. Taxote entra spavaldo e si avvicina a Ulisse e a Diomede senza parlare.
ULISSE – Prendi, valoroso arciere. Fissa il bersaglio... Laggiù, all’angolo.L’arciere prende l’arco, incocca la saetta, tende la corda e tira. Ma la saetta non coglie il bersaglio e cade come un corpo morto.
Riprendendo l’arco. No, vedi, tu l’hai afferrato male e non l’hai teso con tutte la tue forze... Guarda...Tende l’arco e tira. La freccia centra il bersaglio.
POSEIDON Pallido, i suoi acchi prima lucenti si spengono – Ma che fai, pazzo ? Vuoi tu uccidere un Dio ? Tu, uomo mortale ?
VOCI – Poseidon è morto !... Ulisse l’ha ucciso... I figli mortali hanno ucciso i padri immortali ! Pianti, grida, mentre Ulisse resta col suo arco teso... Al fine tutti cadono ai suoi piedi.
t330720 : 16/11/2019