Sommario
Dedica
Personaggi
Prologo
I due supplicanti
L’arrivo di Nausica
La deliberazione dell’impresa
L’addio
Il viaggio nell’oceano
L’omaggio al Re dell’Atlantide
L’uccisione di Poseidon
Il sacrificio di Ulisse
- Scena Prima
- Scena Seconda
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SCENA SECONDA
(Ulisse, Diomede, un fanciullo)
Un campo di granturco
DIOMEDE
Insegue Ulisse che s’incammina su un sentiero col remo sulle spalle
– Dove vai a remare, Ulisse, in mezzo al grano ?
ULISSE
– Mi sono ricordato del vaticinio di Tiresia. Tu lo sai, egli mi disse nell’Adès che, vecchio, sarei dovuto andare nella campagna con un remo sulle spalle e là dove un uomo mi avrebbé detto : « Che cosa fai con una pala di pane in mezzo al grano ? », ivi avrei dovuto fare un sacrificio a Poseidon.
DIOMEDE
– Non gliel’hai già fatto il sacrificio, uccidendolo come un toro ?... Ah ! è vero, potresti offrigli un sacrificio d’espiazione come a un morto... Oppure innalzargli un monumento funebre.
Ride.
ULISSE
– Non so, m’interessa però sapere se il vaticinio si avvererà.
DIOMEDE
– Guarda questo grano è proprio speciale. Le spighe sono grandi, incappucciate in un velo come le vedove... I chicchi sono grossi...
ULISSE
Osservando
– Sembrano d’oro.
UN BAMBINO
Sbucando dal campo si mette innanzi ai due e ride
– Che fai, vecchio, con questa pala di pane ?
ULISSE
– Che cosa hai detto bambino ? Che io porto sulle spalle una pala di pane ?
IL BAMBINO
– E che cosa porti allora ?
ULISSE
– Non vedi che è un remo ?
IL BAMBINO
– Sono come le pale di pane i remi ?
ULISSE
A Diomede
– Vedi, il vaticino s’è avverato.
Prende il remo, lo spezza accumulandone i frantumi per metterci il fuoco.
DIOMEDE
– È giusto, prima di seppelirlo, bisogna pur bruciarlo il morto.
ULISSE
– No, Diomede, non brucio il corpo del Dio, ma Ulisse, l’eroe della presa di Troia, celebre per la sua astuzia, per il ritorno glorioso in patria. L’eroe che mio figlio ha ucciso.
IL BAMBINO
– Hanno ucciso Ulisse ?
ULISSE
– Si, l’hanno ucciso.
IL BAMBINO
– E dov’è il suo corpo ?
ULISSE
– Si è trasformato.
IL BAMBINO
– Diventando un Dio ?
ULISSE
– No, un uomo.
IL BAMBINO
– Allora possiamo incontrarlo qualche volta sulla strada ?
ULISSE
– Si, potrai incontrarlo, ma non potrai riconoscerlo, perché resterà incognito. Sai, egli può essere un contadino, un fabbro, un marinaio, un mendicante anche, perfino uno schiavo.
IL BAMBINO
– Corro a dirlo a mammà, a papà, e ai mei amici... e a tutti nel paese... Dirò loro : « Ulisse è in mezzo a noi. Forse egli sarà uno di noi. Ciascuno di noi può essere Ulisse. »
Il bambino se ne va correndo.
DIOMEDE
Fra il serio e lo scherzoso
– Forse Ulisse sei tu, compagno ?
ULISSE
– O forse tu, Diomede ?
Si abbraciano, ridendo.
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