ANALYSE  RÉFÉRENTIELLE
ET  ARCHÉOLOGIQUE


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Ennio Floris

Francesca da Rimini

Drama in quattro atti




Atto terzo

scena seconda



Indice

Personaggi

Atto primo

Atto secondo

Atto terzo
- scena prima
- scena seconda
- scena terza
- scena quarta

Atto quarto



. . . . . . . - o 0 o - . . . . . . .

ARMANDO, VIOLETTA, uno psichiatra

Studiolo di Armando. Un piccolo scrivania. Libri. Sul muro un ritratto di Pirandello. Violetta e lo psichiatra parlano fra loro.


ARMANDO
(Entra sconvolto. Al dottore). La ringrazio, dottore, di esserei disturbato anche questa mattina. (Gli stringe la mano).

VIOLETTA
(Eccitata) Come sta ? Va meglio ?

ARMANDO
Sì, di salute senz’altro. È sano come un pesce.

IL DOTTORE
Glievo dicevo, signorina, che il colpo non poteva venire da collase cardiaco e che era d’origine nervosa.

ARMANDO
Sì, il dottore ha ragione : è d’origine nervosa. Il male è che è impazzito.

VIOLETTA
Impazzito ? Dio mio, che dici ?

IL DOTTORE
Forse il signor Armando dice impazzito secondo il senso commune e popolare del termine, cioé che egli è assente, confuso nelle sue idee, incoerente…

ARMANDO
Al contrario, dottore, egli è presente nella conversazione, preciso nella scelta dei termini e coerente, naturalmente rispetto alla sua logica.

IL DOTTORE
Precisi meglio, signor Armando. Come fa allora a dire che si è impazzito ?

ARMANDO
Crede di essere Dante, dottore. Di più, mi pare che lo sia diventato con un intrigo psicologico sottile, direi quasi drammatico : Egli è Dante nel senso che, essendo egli morto come attore, il personaggio non può essere rappresentato che da Dante stesso, cioé da lui diventato Dante.

IL DOTTORE
Molto sottile, in effetti : un intrigo paranoico.

VIOLETTA
Paranoico ? (Ancora, con più spavento) Paranoico, dottore ?

IL DOTTORE
Non ho detto che lui sia paranoico, ma è vittima di un intrigo paranoico, cioé è vittima di una dissociazzione della coscienza.

VIOLETTA
Forse avevo assistito, senza accorgermi, alla genesi di questa dissociazione…

IL DOTTORE
Mi dica, signorina, è utile saperlo : se troviamo la genesi dell’malattia, ci sarà possibile anche orientarci sulla via della guarigione.

VIOLETTA
Ecco, poco prima che noi cominciassimo la fine dell’atto che avevamo interrotto per il bacio di Bruno, concludendo la conversazione, egli aveva detto : « non voglio recitare in questa scena, Dante stesse serà l’attore del suo personaggio ».

IL DOTTORE
Si spieghi meglio, signorina, altrimenti mi sarà diffcile comprendere. Bisogna che io colga il punto preciso della rottura psichica.

VIOLETTA
Lei lo potra, dottore, se pensa a quello che le aveve detto prima che Armando venisse. Alfredo teneva molto a questa scena perché era convinto che avrebbe ottenuto da me il bacio tanto desiderato nel momento in cui, sulla scena, Beatrice avrebbe baciato Dante. Ma avendogli detto che Beatrice non bacia Dante, egli era divenuto triste, strano, assente. È in questo momento che mi ha detto che non avrebbe recitato.

ARMANDO
E quando ha recitato le ultime parole del canto di Francesca, egli era già fuori di sè : mi pareva come se parlasse non lui ma il suo stesso personaggio ; come se lui, come attore, fosse scomparso per lasciar parlare Dante stesso. E allora caduto « come corpo morto cade ».

VIOLETTA
Sì, è vero, non soltanto ha pronunziato questa ultime parole del canto ma le ha drammatizzate, traducendole in azione. Anch’io ho avuto l’impressione che lui morisse veramente come attore.

IL DOTTORE
Mi sembra di comprendere. Egli sperava ardentemente di ricevere da lei questo bacio, condizione del suo equilibrio psichico, ma per ottenerlo non aveva altra possibilità che questa scena della Divina Commedia. Ora, venendo a sapere che Beatrice non bacia Dante, si era convinto che lei non avrebbe potuto baciarlo. Egli cessa dunque di esistere come attore, quantunque esista sempre come « io ». Vedendo dunque che, non essendo più attore, personaggio di Dante resta solo in cerca d’attore, egli si identifica con Dante, perché divenga attore del suo personaggio. Egli ridiventa attore, ma in quanto non è più lui ma Dante stesso.

ARMANDO
Ma se è convinto che Beatrice non lo bacia, come si spiega questo trasferimento psichico ?

VIOLETTA
Bisogna supporre che egli intende comportarsi con me come personaggio rispetto al personaggio, cioé come Dante rispetto a Beatrice, nei limiti già fissati. Egli intende incontrarai con Beatrice in quanto essa è sublimata in madre. Che essalo baci, o no, non ha grande importanza.

IL DOTTORE
Come la sua amata si è sublimata la madre, così lui, amante, si sublima in figlio. La sua parancia consiste nell’aver identificato la sua situazione in quella del personaggio di Dante.

VIOLETTA
Eppure egli voleva participare a questa recita con l’intenzione di operare una psicanalisi. Il processo psichico di sublimatione l’ha tradito.

ARMANDO
Aspettate… Pochi minuti fa gli avevo detto, tanto per farlo uscir di camera, che era inutile che retasse nell’Inferno, perché Francesca ne era uscita. Egli ha preso sul serio questa mia affermazione, credendo che un gran evento si fosse compiuto nell’universo : Dio ha avuto pietà della preghiera di Francesca diventando amico degli amanti.

VIOLETTA
Dante sperebbe dunque di ottenere il bacio da Beatrice… dico da lei come amante ?

ARMANDO
Non solo, ma si propone di proseguire il viaggio, convinto di poter riunire una Corte d’amore, che potrebbe giustificarlo davanti a lei. Ecco in questo giudizio d’amore egli sperati recivere quella pace, per la quale aveva pregato Francesca.

IL DOTTORE
Abbiamo trovato la soluzione. Recitate dunque questa nuova scena del Paradiso terrestre, ripensandola però in modo che possa sfociare in questo giudizio d’amore.

VIOLETTA
Ma anche in questo caso mi sembra che il problema resti. Dante infatti potrà ricevere questo bacio non come attore ma come personaggio. Egli rimarrà dunque pazzo, perché crederà d’essere ancora Dante.

IL DOTTORE
È possibile che riprenda senno se lei riuscirà a baciarlo non nei limiti del personaggio di Beatrice che lei rappresenterà ma secondo l’impeto d’amore che nutre per lui. Voglio dire, se lo bacerà come se lei fosse attrice non più di Beatrice ma di se stessa. Però (ridendo) deve cercare di non diventare realmente pazza ! Sarà il caso in cui la catarsi tragica avrebbe l’effetto di un processo psicanalitico ; sono fiducioso. Ne parlerò comunque col miei colleghi che saranno molto interessati del fatto. Dopo la vostra recita ritornerò e vederlo… ma no, che stupido ! voglio esserne spetatore anche se dovessi subire uno scacco come psichiatra. Arrivederci ! (Se ne va)



c 1975




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