ANALYSE RÉFÉRENTIELLE |
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Ennio FlorisFrancesca da RiminiDrama in quattro atti |
Atto primoscena prima |
Indice Personaggi Atto primo - scena prima - scena seconda - scena terza - scena quarta - scena quinta - scena sesta - scena settima Atto secondo Atto terzo Atto quarto . . . . . . . - o 0 o - . . . . . . . |
Un palcoscenico. Scena raffigurante il parco di una villa del tardo Medioevo. ALFREDO (Passaggia nel parco) Se fosse vero, questo parco sarebbe veramente bello. A qual dramma sarà servito ? (Guarda intorno) Ah ! vedo una villa là in fondo… ma sì è la casa di Giuletta, la riconosco dal balcone. Dev’essere il decoro per una scena di Romeo e Giuletta di Shakespeare. Questo scenario si presterebbe anche per la rapprezentazione di Francesca da Rimini, alla quale devo participare come attore. Non ci vedo molta differenza fra la casa di un nobile di Verona e il palazzo del signore da Polenta. Si potrebbe seguire il fatto secondo la narrazione del Boccaccio. Nel primo atto vedrei volentieri scene della fanciullezza di Francesca fino alle sue nozze. Qui, in questo giardino, essa potrebbe giocare, passagiare, ricamare, leggere e sognar l’amore. Potremo darle come compagno nei suoi avaghi lo stesso Paolo. Perché no, se è vero che egli era della stessa familia di lei ? Il parco mi sembra il luogo ideale se volessi mi rappresentare il ricevimento fatto a Gianciotto, signore di Rimini, venuto a chieder la mano della ragazza, ignara di quello che le stava capitondo. Innamorata di Paolo, essa scopre di essere stata offerta dal padre come sposa a un uomo molto anziano e per di più zoppo. Al ricevimento potremmo far seguire la scena dello avenimento della ragazza a dei discorsi degli invitati miranti a persuadere il signore che si tratta di uno smarrimento d’amore. Nel secondo atto farei trovare ancora qui Francesca, divenuta ormai la prima dama di Rimini. Ufficialmente, essa vi sarebbe venuta per visitare i suoi, realmente per incontrarsi con Paolo. (Fermandosi presso un albero) Ecco, si sono amati qui, all’ombra di quest’albero, in gran segreto. Ma il signore è là, travestito da soldato, quindi il colpo fatidico di pugnale, che farà finire nel sangue il bacio d’amore. Forse con un gioco di luci non sarà difficile trasformare il rosso di quel sangue in fuoco, la cui luce basterà a far di questo incantevole giardino una bolgia infernale. Qui Dante, cioé io, dovrà venire per incontrare i due amanti stretti da un amore divenuto eterno… Non so se Dante, quando scriveva sulla porta dell’Inferno « ed io eterna duro » ha pensato che l’amore avrebbe potuto risponderle « anch’io eterno duro ». |
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![]() ![]() ![]() ![]() ![]() t520101 : 03/11/2017 |