ANALYSE  RÉFÉRENTIELLE
ET  ARCHÉOLOGIQUE


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Ennio Floris

Francesca da Rimini

Drama in quattro atti




Atto primo

scena quarta



Indice

Personaggi

Atto primo
- scena prima
- scena seconda
- scena terza
- scena quarta
- scena quinta
- scena sesta
- scena settima

Atto secondo

Atto terzo

Atto quarto



. . . . . . . - o 0 o - . . . . . . .

ELDA e detti



ELDA
(In minigonna, entra con un cestino pieno de bottigliette di Coca-Cola) Buon giorno ! Camillo mi ha incaricato di portarvi da bere.

BRUNO
(Senza riconoscerla) Ci porti della Coca-Cola ? Ma ci vuole dell Whiski ! Siamo nell’Inferno !

ELDA
Nell’Inferno ? (Riconoscendolo) Ma sei tu, Bruno ? Possibile ? Sei attore ?

BRUNO
È tu veramente una dea, per apparimi qui ? (Si abbracciano) Che cosa fai nel teatro ?

ELDA
Non sono mica la ragazza del bar, ma neppure attrice. Camillo mi ha assunta per cantare e danzare in balletti d’occasione.

BRUNO
(Agli amici) Vi presento dunque Elda, ballerina e cantante del Teatro. Un’amica di un giorno, ma così deliziosa che mi è restata sempre nel cuore. Non rubatemela però.

TUTTI
Ben venuta, Elda (Le stringono la mano)

VIOLETTA
(Un pò sorpresa) Ti chiami veramente Elda ?

ELDA
Sì, perché ? Forse il mio nome d’anagrafe è Matelda.

VIOLETTA
Matelda ? Allora hai lo stesso nome di un personaggio della Divina Commedia. Sai ? Quella fanciuletta innamorata che Dante incontra nel Paradiso terrestre a che canta, camminando sul prato fiorito a passo di danza.

ELDA
Non ricordo d’aver mai udito il nome di questa ragazza. Mi ci riconosco, però, perché, come vi ho detto, anche a me piace ballare e canto anche, accompagnandomi col liuto.

BRUNO
Dimentichi di dire che sei anche una ragazza innamorata come la Matelda di Dante.

ELDA
Innamorata di chi ? Del resto, le ragazze della mia età sono tutte innamorate.

ARMANDO
(A Bruno) Quando vi siete conosciuti ?

BRUNO
Due anni fa, a Rimini. L’avevo vista seduta in riva al mare, in costume da bagno, tutta pensosa.

ELDA
Dopo il bagno mi ero distesa sulla sabbia ma poi, attirata dal mormorio delle onde, mi ero seduta proprio sulla battigia per guardare il mare. Non se perché, la vista del mare aperto mi dava la sensazione che il reggipetto mi stringesse i seni al punto che faticavo a respirare a pieni polmoni. Allora me li tolsi. Vi scandalizzate d’essermi tolto il riggipetto ? Oh, sapete, è la prima volta che lo facevo. Mi sentivo così bene che ne ero felice e perché mi ero liberata da timori inconsci che spesso mi assalgono. Non ero, come dice Bruno, pensosa, ma contenta di non pensar a niente e di sentire il mio corpo. Bruno mi si è avvicinato proprio in quel momento… io avevo socchiuso gli occhi, come per non accorgermi che lui me stava vicino.

BRUNO
Mi ero accorto che lo facevi apposta.

ELDA
No, non lo facevo apposta, Bruno. Gli occhi si sono chiusi da soli, senza che si pensassi… Allora tu mi hai detto : « Ti chiami Francesca, vero ? » E io ti ho risposto : « Ma vai, che non mi chiamo Francesca, che cosa stai inventando ? Mi chiamo Elda ». E mi sono messa a ridere.

BRUNO
E ho riso anch’io. Ridevo perché tu ridevi e anche perché la mia domanda ti è apparsa ridicola.

ELDA
Tu mi hai risposto dicendomi che se per mi chiamavo Elda, per te, in quel momento, ero Francesca. « Quale Francesca ? » ti ho detto. « Ma sì, mi hai risposto, Francesca da Rimini, quella bella ragazza tutta nuda che Dante rappresenta seduta sulla spiaggia, contemplando il Pò che si dissolve nel mare. » Mi hai detto anche dei versi… Ma dilli tu, ché io non li ricordo bene.

BRUNO
   « Siede Francesca dove nata fui
   sulla marina dove il Pò discende
   per aver pace coi seguaci sui.
» (DC Inf V,97-99)

VIOLETTA
Dante non dice « Siede Francesca » ma « Siede la terra ».

ELDA
Anch’io glielo avevo detto.

BRUNO
Scusami, Violetta, tu non ne fai una lettura poetica. Grammaticalmente dire « siede la terra » è ridicolo. Dove potrebbe sedere la terra se non sulla terra ? Poeticamente no, perché Dante assimila la terra a Francesca. In quel momento, così seduta in riva al mare, Elda mi era apparsa come se fosse Francesca appena uscita dall’Inferno per raggiungere la pace nel suo tormentoso amore.

VIOLETTA
Contemplando il Pò che sfocia nelle acque del mare ?

BUNO
Sì, contemplando il Pò, che per Dante è simbolo del Dio Amore. Vedi, Dante chiama gli affluenti del Pò « seguaci sui ». Sono dunque i seguaci d’Amore, vuoi il desiderio, la sofferenza, la gioia, vuoi anche la persone che, seguendolo, diventano fedeli d’Amore.

ALFREDO
Mi piace la tua idea, Bruno. Dopo aver tanto soffreto, i fideli d’Amore si tuffano nel mare per trovare alfine la pace. Ma che cosa significa allora il mare ?

ELDA
(A Bruno) Anch’io te lo avevo chiesto, ricordi ? Ma tu mi avevi risposto « gettiamoci e vedremo ». E ci siamo gettati.

BRUNO
Nuotando mi ero accorto che davamo una risposta alla tua domanda. Sentivo di essere diventato un affluente del Pò, lanciato alla ricerca di un altro affluente. « Elda – ti dicevo – ho preso il Ticino ».

ELDA
« E io he preso l’Adda », ti rispondevo, e ci siamo trovati abbracciati nell’acqua, baciandoci come se fossimo diventati dei pesci.

ARMANDO
Non ho parlato fino ad ora, perché mi ero convinto di avere in mano una camera e di filmarvi. Che cosa avete fatto dopo ?

ELDA
Siamo ritornati sulla spiaggia e mi sono distesa un pò stanca ma felice… Bruno mi ha baciato.

ALFREDO
E tu l’hai baciato ?

ELDA
Non subito.

BRUNO
Non mi baciava perché la consideravo Francesca. « Vedi – mi diceva – se sono Francesca, sono nell’Inferno, ora nell’Inferno non possiamo baciarci. »

ELDA
« Ma tu non sei più nell’Inferno – mi hai detto – Tu ne sei uscita, perché ci siamo gettati in mare per purifcarci ». Allora ti ho baciato anch’io, sentendomi come se fossi Francesca da Rimini, uscita dall’Inferno per amarci. Avevamo tanta pace nel nostro animo! Ma tu non sai ancora una cosa, Bruno, quando sono tornata a casa, ho composto una canzone che non ho cantato mai a nessuno.

BRUNO
Alora, devi cantarmela.

TUTTI
Si, cantacela, Elda !

ELDA
Senza il mio liuto ?

ARMANDO
Va a prenderlo, noi dobbiamo ancora discutere.

(Elda esce)



c 1975




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