ANALYSE RÉFÉRENTIELLE |
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Ennio FlorisFrancesca da RiminiDrama in quattro atti |
Atto primoscena seconda |
Indice Personaggi Atto primo - scena prima - scena seconda - scena terza - scena quarta - scena quinta - scena sesta - scena settima Atto secondo Atto terzo Atto quarto . . . . . . . - o 0 o - . . . . . . . |
VIOLETTA (Entrando in fretta) Come ? Sei già qui ? ALFREDO Dici così per farmi credere che sono venuto un quarto d’ora in anticipo ; così tu saresti puntuale, arrivando all’ora giusta. Non è vero? VIOLETTA (Lo abbraccia amicalmente) È vero, noi donne siamo sempre in ritardo e ci pesa molto scusarci. Tu però possiedi il segreto di saper riflettere quando aspetti. (Ironica) Scometto che ti trovavi già sulla porta dell’Inferno in procinto di leggere le parole che il Re dell’universo vi ha scritto con sommo amore. ALFREDO In effetti, ero già in anticipo sul mio viaggio per incontrarti nell’Inferno, condannata per infidelità d’amore. VIOLETTA (Sorridendo) Hai letto male però. Non c’è scritto « ed io eterno duro », ma « io eterna duro » : è la porta che parla. ALFREDO Uh ! Come sei dotta, mi giovane laureanda. Sì erudite, e accanto a te io non sono che un povero ignorante, di più miope ! (Ridono) Non ripetevo le parole della porta dell’Inferno, ma quelle con cui l’amore avrebbe potuto rispondere. Siccome Francesca e Paolo continuano ad amarsi anche se dannati, pensavo che l’amore potrebbe far eco alla voce della porta quasi per scherno « ed io eterne duro ». VIOLETTA Avevo ragione di dire che tu sai riflettere quando sei costretto ad aspettarmi. ALFREDO Pensavo appunto che i lussuriosi, come Dante chiama gli amanti, entrando nell’Inferno, non possono sentirsi disperati perché, esendo stati colti dalla morte nell’attimo in cui giovano, del placere amoroso, essi rimarranno per sempre nella loro felicità. L’eternità dell’Inferno non fa che prottarre all’infinito l’intensità di gioia dell’ultimo istante della loro vita. Per essi le parole « lasciate ogni speranza, voi ch’entrate », non devono avere senso. VIOLETTA Penso invece che continuino ad averlo, precisamente per il fatto che la gioia di un istante diviene eterna. Rifletti : essere fissati per sempre nello stesso piacere ! Restare, come Paolo e Francesca, appiccicati l’uno all’altro eternamente, senza potersi mai separare. Trovi tu un tormento peggiore di questo ? ALFREDO Tu parli cosi perché sei donna. Voi donne siete sempre in fuga anche da voi stesse. Ricordi le donne dell’Orlando furioso ? Appena vi trovate nelle braccia di uno, desiderate gettarvi in quelle di un altro. VIOLETTA Non dire sciochezze, Alfredo. Sai bene che potrei risponderti nel medesimo tono. Ma supponiamo pure. Ti sei domandato perché fuggiamo ? Perché voi uomini ci guardate partendo da un’immagine ideale, pronti a distogliere lo sguardo non appena trovate che non siamo del tutto conformi ad essa. Se cerchiamo un altro uomo è per trovare colui che ci ami tali quali noi siamo. ALFREDO Ma chi siete voi, me lo sai dire ? Siete così mutevoli per non dire volubili, che non ci è possibile cogliervi se non per un’immagine che ce ne permetta l’approccio. VIOLETTA Fissando come in una negativa il fulgore delo sguardo, la dolcezza del sorriso, il pallore del volto per trarne una fotografia. Ma che cosa diventiamo in questa ? Delle pallide immagini senza vita o, si vuoi, di una vita spenta. Tu, per esempio, che sei un poeta – vedi, non ti disprezzo poi tanto – mi sublimi nelle tue poesia : trovo di essere diventata Pallade, o Primavera, o Diana, una dea insomma ; la mia voce prende il timbro del liuto, il mio sguardo lo splendore del lampo. È per questo che i tuoi poemi d’amore mi lasciano indifferente. Spesso li odio, anche ! ALFREDO Voi, donne, credete che la vostra personalità riposi solante nell’intuito, ma voi siete anche degli specchi su cui si riflette qualche cos ache vi trascende e vi sublima. Lo dovresti sapere meglio di me tu che hai letto il Convivio di Dante. VIOLETTA Dante ha una filosofia dell’amore troppo antiquata per me e credo anche per le giovani donne di oggi. Anche se ci esalta facendosi riflesso di bellezze eterne e celesti, nello stesso tempo, ci annienta, perché ci ipostatizza in quelle che non siamo e non ci sentiamo di essere. Ci rende idoli. ALFREDO Non si tratta di idoli, cara, ma di simboli. VIOLETTA Ma se amate queste imagini più di noi, esse non sono più simboli ma idoli. Eri senza dubbio spinto da passione quando mi hai baciato, mi sono accorta però che il tuo bacio mi sigillava incollandomi all’imagine ideale che ti eri fatta di me. Mi sono rifiutata di corrisponderti col mio bacio proprio per questo. Se ti avessi baciato, avrei avuto l’impressione di diventare quella imagine, fotografia nostalgica sulla tomba del mio amore. ALFREDO Nella tomba resto io, cara, perché col tuo rifiuto la vita mi diviene un inferno. VIOLETTA Lascia allora ogni speranza, tu che ci sei entrato. ALFREDO (Guardandola con tristezza) « Deh, Violetta, che in ombra d’Amore negli occhi miei sì subito apparisti, aggi pietà del cor che tu feristi che spera in te e disiando more ». (R LVIII) VIOLETTA Non sono che cosa Violetta abbia risposto a Dante. Io però ti dico : non avrò pieta di te perché tu non cerchi me ma l’immagine ideale che ti sei fatta di me. ALFREDO Se non te avrei accettato l’invito di Armando a representare Dante nel dramma di Francesca da Rimini. Avevo degli impegni più urgenti. Se vi perticipo è perché tu sarai Francesca. VIOLETTA Certo, sarò Francesca. Ma se credi che sulla scena rappresentando Francesca io mi metta in relazione con te come Violetta, t’illudi. Quella che ti risponderà sarà Francesca e non Violetta. Anche se ne sarò forse tentata, cercherò di rappresentare Francesca, comprendi ? ALFREDO Forse il teatro è più illusorio di quello che tu pensi. Altre mediazioni possono intervenire capaci di ridurre la distanza fra attore e personaggio. Se è vero che l’attore deve eclissarsi davanti il personaggio, arriva spesso che questi, incarnandosi in esso, ne assuma il modo d’esserre per seguirne anche il dramma d’esistenza. Quale sarà allora la vera azione del dramma : quella del personaggio o quella dell’attore ? |
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![]() ![]() ![]() ![]() ![]() t520102 : 03/11/2017 |