ANALYSE  RÉFÉRENTIELLE
ET  ARCHÉOLOGIQUE


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Ennio Floris


Autobiografia





Sous le Christ, Jésus





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Pistoria

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Il Santo Uffizio

Firenze

Sulla via del protes­tantesimo

Sous le Christ, Jésus



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   La tesi del Dottorato (texto integrale) aveva come oggetto gli scritti di giovinezza di Vico, non la Scienza nuova, opera della maturità. Avevo pero’ in animo di approfondire il pensiero di questa, che piu delle altre mi stava a cuore.
   Mi aveva colpito l’affermazione che le origini culturali dei popoli erano espressioni di fanciulli, mitiche e lontane dalla coscienza riflessa razionale della maturita. Egli esprimeva la natura di queste origini culturali con la proposizione, che per lui era un « principio » : mitos = logos ; La parola é mito, e il mito parola.
   Questa affermazine é seguita da un’altra, piu complessa, che divide lo sviluppo delle culture in tre età : l’età degli Dei, l’età degli Eroi e l’età dell’uomo. Nelle prime due éta egli inscriva le religioni giudaica e la cristiana, la prima nell’eta mitica di Dio, la seconda, quella del Cristo, in quella degli Eroi. Gesù-Cristo eroe ? Vico non ebbe il coraggio di affermarlo filosoficamente, per paura senza dubbio dell’Inqui­sizione, ma lo supponeva. Era l’apporto nuovo del Vico della Vita Nuova ! Novità che mi aveva preso, fino a cambiare radicalmente la struttura filosofica del mio pensiero : Da dottore in teologia dogmatica passavo a essere dottore in filosofia del mito.

   Il problema di Gesù-Cristo si impose allora come il primo dei problemi della mia ricerca, condotta attraverso l’analisi dei Vangeli. Ora nell’ortodossia Gesù-Cristo sorgeva nello spirito per via teologica, partendo sia dal peccato, sia dalla finitudine dell’uomo. Dal peccato, nel senso che é l’esistenza del peccato che, per essere tolto, esige il Cristo : se l’uomo non avesse peccato, dice Tommaso d’Aquino, il Cristo non sarebbe venuto. Dalla finitudine, affermando che egli sarebbe venuto lo stesso per dare all’uomo la sua perfezione (Duns Scott). Ma per i moderni, Cristo non puo venire alla mente che dalle Scritture che l’hanno annunziato : i passaggi messia­nici del Vecchio Testamento, e il Gesù-Cristo del Nuovo. Non esistono infatti altri « luoghi » dove sia possibile trovarli. Ennio Floris raconte
   Il problema é complesso. Riconoscere Gesù come Cristo dai Vangeli, quando non esistono altri testi diremo profani, di valore storico, che ci parli di lui. Bisognerebbe allora prendere sul serio il messaggio dei Vangeli, senza supporre l’esistenza di Gesù ; Come diversi lo affermano, come tra i più celebri, Bultmann. O allora, come i tutte le ortodossie, fondarsi sui vangeli, prendendo sul serio l’afferma­zione di Luca nel suo prologo, secondo la quale essi rimontano alle testimonianze « oculari » dei suoi discepoli (Lc 1:1-2).
   La chiave mi fu offerta dall’affermazione di Giovanni, autore del quarto vangelo, secondo il quale esso é stato scritto perché si creda che Gésù é il Cristo (Gv 20:31). Ma credere che Gesù é il Cristo non é possible che a tre condizioni : prima di tutto che si conosca il Cristo, secondo che si abbia una cononoscenza di Gésù, terzo che si abbia la possibilità di fare un parallelo fra l’un e l’altro, e trovare delle convergenze in modo da poter affermare che l’uno é l’altro. Queste condizioni suppongono che non si puo’ conoscerre que Gesù é Cristo, che tramite un giudizio. Ma come possiamo conoscere i termini di questo giudizio, cioé Cristo e Gesù ?
   Quanto al Cristo, bisogna rivolgersi ai passaggi detti « messianici » del Vecchio testamento, cioé che parlano del « Messia » (unto, consacrato da Dio, in greco Cristo), personaggio che Dio promette di inviare nel mondo per compiere le sue promes. E Gésù ? Un uomo storico, che si conosce per delle informazioni. Il giudizio : « Gesù é il Cristo » sara’ possibile se si scopromo delle convergenze che legittimino la loro identità.
   Ora si chiede che cosa dicono i vangeli afinche, leggendo, si creda che Gesù é il Cristo ? A rigore, si potrebbe attendere da essi che ci facciano cononoscere il Cristo, e poi Gesù, con le debite informazioni, e cherchino di mettere in risalto le convergenza fra l’uno e l’altro. Ma in realtà non seguono questo processo logico, preferendo di presentare Gesù personalizzato nel Cristo, e questi individalizzato in lui. Il lettore si trova dunque davanti un soggetto che é Gesù-Christo. Certo notermo che tutti gli evangelisti definiscono Gesù sul modello del Cristo delle Scrittu­re, ma vi troviamo l’affermazione non l’argomenta­zione. Per crederlo hanno dovuto argomentare, ma per farlo credere, lo presentano come tale. Si direbbe allora che il lettore puo’ arriveare a credere in lui o per un giudizio di valore, per l’impatto che il Vangelo ha in lui come parole di Dio, o per la sua autorità come parolla di Dio.

   Quantto a me vedevo nel Vangelo un documento, dove avrei potuto trovare la genesi della fede in Gesù-Cristo, e quindi il processo della fenomelogia di questa fede. Ma bisognava analizzare i testi, fino a ritrovare le intepretazioni delle Scritture fatte dagli evangelisti e le informazioni su Gesù, in fine i criteri che hanno loro permesso l’identificazione di Gesù col Cristo delle Scritture. Ma sottomettendo il testo a questa analisi, scopersi che gli evangelisti hanno prima di tutto interpretato i testi delle Scritture sul Cristo, modellando questi su un’imagine precocetta di lui. L’interpretazione é in realtà una reproduzione del testo.
   Similmente riguardo a Gesù essi si servono delle informazioni, dopo averle manipolate per adattarle al Cristo delle interpretazioni, o addirittura rimosse per essere sostituite da informazione create apposta. Si direbbe che il Gesù del testo no né una narrazione di Gesù o ma una scena nella quale Gesù presenta come attore de personaggio del Cristo. I vangeli non sono delle narrazioni, ma delle rappresentazioni teatrali sotto forma di narrazione.

   Tuttavia se invece di seguire il testo in quello che dice, si cerca a dissolvere per l’analisi il suo discorso nei suoi elementi in modo di fare il cammino inverso della sua costruzione, saremmo in misura di ritrovare le fonti, sia del Cristo che di Gesù. Il Cristo ci permettera di ritrovar i testi nella loro genuità, e di arrivare a conoscere la loro alienazione per mezzo dell’interpretazione. Gesù, col ritrovare le informazio­ni interpolate o rimosse, con la possibilità di ricostiuirle almeno in parte.
   L’analisi dimostrando che esiste nel testo un Gesù non prodotto dal senso delle interpretazioni ma rimosso da esso, e quindi avent un senso proprio, diventa una possibile dimostrazione dell’esistenza di Gesù per criterio interno. Cio’ mancava fino ad ora sia perché si negava la possibilità, sia perché si considerava il testo come un documento storico nel suo insieme. Questo é lo scopo del mio libro Sous le Christ, Jésus. In altri termini Gesù, esistente sotto il Cristo della narrazione del testo. Nel suo insieme il libro offre un metodo di analisi, che puo’ dirsi archeologica, nel senso che trova « Gesù e il Cristo » per l’esitenza di affermazioni arcaiche me se pome sostegno di un’altra presentazione, come in tanti monumenti d’atti presi come base per una costruzione successiva.




2005




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t497100 : 23/11/2020