ANALYSE RÉFÉRENTIELLE |
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Ennio FlorisAutobiografia |
Il Santo UffizioIntervenzione del Santo Uffizio |
Introduction |
La Madonna del buioTutte le sere discendevo nella cripta per parlare con la Madonna del buio, che mi sembrava assumere riflessi di luce in corrispondenza del mio dialogo. Ma un giorno mi accostai alla grotta del romito e vi entrai. Mi venne in mente che forse la poesia di Francesco mi potesse condurre su una via spirituale quasi mistica, cioé « passiva », e mettere in silenzo la dialettica. Mi veniva in mente il romito. Contro ogni attesa, non sentivo che freddo e umido. Facevva buio. La ragione sembava emergere dall’inconscienza, per pretendere sul mio spirito, come per riprendere il terreno, che era il suo. Emergeva con i suoi dubbi, interrogazioni, la sua esigenza di analisi, ma con una visione che andava al dilà del dubbio, verso un orizzonte oltre i limiti della percezione. Prendevo coscienza che la ragione non dubita per dubitare ma per cononscere, e che la cononscenza parte dall’apprensione per slanciarsi sui principi a priori, che la uniscono alle cause dei fenomeni. Lo sapevo, ma nei ebbi una specie di esperienza, che mi metteva di fronte al Soggetto che dava intelligibilità alle cose, e a me la possibilità di comprenderle, per ma mediazione delle sue leggi. Il mio pensare era unito a quello di Dio. E pensando, esistevo in Dio come uomo, ripetei l’affirmazione di Descartes : « penso dunque sono ». Ma se, pensando, sono nell’essere, e il mio pensare é sostentato dal pensare divino, ne seguiva che pensare era un processo di communicazione con Dio. Il tempio, la Chiesa, il luogo dove potevpo incontrare Dio era il mio Spirito. Inoltre la conoscenza era motivo di una lirica di lode a Dio : « Laudato sii mio Signore, perché l’essere é ». Uscendo fuori dell’antro sacro, non ero certo un romito, ma un uomo che aveva trovato il luogo, dove era presente Dio e il suo stesso io : la ragione. Punto di incontro fra il Pensante che determina l’essere partendo dalle cause, e il pensante che é l’uomo, che le definisce per la loro percezione. Incontro che puo’ considerarsi come tempio, scuola, fede e ricerca, congiunzione fra immanenza e trascendenza, interiorità e esteriorità. Ma quello che impediva di conoscere il flusso di vita che si sprigiona da questo incontro era la « dogmatica », di cui io ero dottore, perché fissa il pensiero in formule, che ne impediscono la dinamica verso la verità nella cononsceza di Dio e dell’uomo. Mi convinsi che era venuto il momento di riconoscere che la ragione é arbitra di tutti i giudizi del pensiero, compresi quelli della fede. Per questo scopo non mi sarebbero serviti molti libri, e mi sarebbe bastato Santo Tommaso e la Biblia. Il mio primo intento fu di sottomettere alla critica le differenti tesi della fede, o i testi a fondamento di esse. Mi si offerse come primo testo il capitolo di Matteo sulla concezione di Gesù-Cristo. Compresi che la prima proposizione si fondava su una contradizione : « Maria fu trovata incinta di Spirito Santo ». Che Maria fu trovata incinta, era un dato di esperienza ; che lo fosse per Spirito Santo, non poteva essere che una conclusione teologica, ottenuta per l’interpretazione di questa esperienza attraverso una « parola di Dio ». Ma l’analisi mi convinse che nelle Scritture non esisteva una Parola di Dio che avesse potuto legittimare la verità di questa conclusione teologica, e che l’informazione impediva a supponerlo. Che Maria fosse stata trovata incinta non era che un paralogismo. Quello che resta alla fine dell’analisi é che Maria fu trovata incinta avanti che fosse andata a vivere in casa del suo sposo. Risultato stupefacente e sconvolgente per un credente : le Scritture non annunciano un Cristo concepito di Sopirito santo, e l’informazione ci obbliga a pensare che Maria fu incinta tutt’altro che di Spiritu Santo. Tutta la cristologia saltava in aria, e non si poteva vedere in essa la verità della nascita del Redentore ma lo svolgimento di un dramma, dove l’attrice trova la giuistifiazione del suo parto nel suo personaggio. Io ne fui scosso, ma l’esigenza di chiarezza mi spinse ad andare a incontrare l’attrice. Ma dove ? Ma nella scena, sul palcoscenico dove si svolge il dramma della fede, la chiesa, i riti, le statue dale le loro nicchie. Ed io potevo trovare Maria nella cripta, in abito da vergine madre e proprio nell’attitudine di rivolgersi allo spettatore, al credente. Ella mio guardo. Allora parlai io : « Asculta, Maria, permettimi che ti arresti un po di tempo nel tuo gioco del dramma cristologico, e ce parli a te come attrice, cioé come donna. Ho sapto che sei stata trovata incinta, e forse sei stata chiamata a representare la madre del Redentore, perché non sai cho do ha messo incinta. Tu ciene i scena come un attore i cerca del personaggio. Et tu lo trovi, nemma vergine madre incinta di Spirito Santo. Non so come tu possa subire la terribile tension fra te e il personaggio ! Ma constato stranalmente che anche i cedenti soggiacciono a questa tensione. « Certo ti credono la tutta pura, la "vergin e incinta", ma spesso dimenticano il personaggio per vedere in lui o te, Maria, trovata incinta. Nei momenti brutti della loro vita, e forse i più sinceri, quando si rivolgo no al tuo Figlio, nobestemmi na "Figlio d’un pittané" in Toscana, dove di rappresenti il personaggio, ma ache altro en Italia. Inconfeso qua do ero piccolo senti il nonno che si rivelga al cielo col s’indice fra, dicendo "bagascia qui t’a nasciu". Non capisco la parola, ma dopo un anno, udii mi madre dicendo di non andare da "quella bagascia". Era m’alte di suo fratello. Quavevo capito, ma di subito capii chi era qualla a cui acennava il nono. « Ti viene dalla vita reale, Maria. Gli uomini amano una donna che é nel mesmo tempo puttana e poura, una bergoni che si offra all’alore, senza perdere la sa vergine e di accusa quello che l’amat di celaber stripata ! Un coito che giunga ai licuit del piacere, e che raggiunga il somme del bene. O dramma del Cristo doveva nascere da questa dilaettica di vita ! Ora Maria ti mascio e che tu torni a rapresentare il dramma. Ma ormai ti porto con me, e non ho più bisogno di venire da te nella ta representatio, perché ti porto nel mio spirito. Ciao Maria, in questo momento sento i gracchiare di gufo. » Mi é parso che Maria sorrideseze, a leggero acce, dersi di una tonalità nel suo volto. E rilmontai quasi al buoi, fino alla convento. L’aggiunta a questa prima analisi di altri testi, mi convinse che ero ormai fuori della teolgia e della fede. |
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t494322 : 17/11/2020