La soffita

   Rimontai furioso le scale. Ma invece di fermarmi al piano della mia camera, presi la scaletta che conduce alla soffitta della chiesa, dove non c’ero mai andato ! « Ma dove vai ? » mi dissi. Ma continuai a salire fino a penetrare nella soffitta : un campo di pallone, largo, spazioso. « Oh ! esclamai non sono più in convento qui, e non sono neppure in chiesa, ma in uno spazio, che la chiesa sorregge per offrirlo come rifugio agli Ebrei condannati all’annientamento, per non infestare la razza pura tedesca ! E qui la scomunica del Papa non potrà raggiungermi, e i tedeschi, se venissero, non potrebbero prendere gli Ebrei, che fuggirebbero per i sentieri sinuosi delle soffitte di Roma ! L’inno tedesco mi risuono’ nelle orecchie "Deutschland, Deutschland über alles !" Si, soppertutto, ma non nelle soffitta della Chiesa della Minerva ! » Ennio Floris raconte

   Mi recai subito dal muratore del Convento : « Tu ti tormenti per tuo figlio, che non sai dove nascondere perché sfugga ai tedeschi. Te lo nascondo io tuo figlio, ma prima devi farmi alcuni lavori nella soffitta della Chiesa. » « Accetto », mi disse.
   Fatti questi lavori, fra i quali l’apertura di un arco per permettere il passaggio nelle soffitte della città, gli dissi : « Ecco dove tuo figlio potrà rifugiarsi ! » E comincio’ il mio contatto con le donne ebree, e gli incontri con i loro mariti nella chiesa. Nello spazio di tre mesi ne avevo trenta nei nidi umani delle soffitte.