ANALYSE RÉFÉRENTIELLE |
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Ennio FlorisAutobiografia |
RomaIl pianto di Rachele |
Introduction |
Il consiglio provincialeMa un giorno il Padre Provinciale rientro’nel convento alle due del mattino e trovo’ nella sala da bagno un uomo. « Al ladro ! Al ladro ! » grido’. Essendo ancora sveglio, corsi pregandolo di non gridare, ché sarebbe stato pericoloso : non era un ladro ma un rifugiato ebreo ! Ricevette la notizia come un colpo sulla testa : sarebbe stato meglio per lui che gli avessi detto : « é un ladro ». Ennio Floris raconte Il giorno dopo riuni il consiglio provinciale, e mi chiamo’per render ragione de mio operato : « O sei un incosciente e sei un pazzo, mi disse. Tu ci getti tutti nella mani dei tedechi ! » Promisi che, nel caso in cui i tedeschi lo venissero a sapere, mi sarei presentato come responsabile, e lo giurai sul vangelo. Ma poi, il provinciale mi dicchiaro’ solennemente : « Tu sei scomunicato e, come tale, non hai più né voce attiva, né passiva, diventando l’ultimo della comunità. » Risposi candidamente che non ero scomunicato, perché la scomunica data dal Papa era « ferendae sententiae » non « latae sententiae ». Quindi per averla, mi dovrebbero denunziarmi alla Santa Sede, restando io in attesa che essa me la dia. Furono come stupiti ! « Questo importa poco, tu resti scomunicato perché hai rifugiato Ebrei nella chiesa. » Risposi : « Non sono in chiesa. » « Come non sono nella chiesa, e dove sono allora ? » « In soffitta. » « Ma la soffitta non é quella della chiesa ? » « Si, é quella della chiesa, ma non é chiesa, cio é luogo di culto, perché non é consacrata. » « Fantastica, la tua interpretazione ! » « Domandate all’Angelicum, » dissi. E non si connvinsero che quando, avendo telefonato all’Angelicum, un professore di Diritto canonico rispose che, secondo il Diritto, la soffitta non é chiesa. Il Padre Provinciale, alzandosi, disse con autorità « Allora te la do io la scomunica.» Pronunciando la formula canonica, disse : « Io, Padre, con l’autorità ricevuta, ti scomunico. » Risposi sorridendo : « Padre, mi dispiace, la sua scomunica é invalida, perché bisogna che sia scritta ! » Ennio Floris raconte Non ebbe coraggio di scriverla. Ma dopo riflessione, scrisse un « Precetto formale », ordinandomi dietro scomunica di rinviare i giudei in ventiquattro ore ! Presi il foglio, feci un inchino come un bambino e come tale andai dagli Ebrei e dissi loro : « Ho trovato questo foglio che vi manda il Padre Provinciale ordinandovi di lasciare i luoghi in ventiquattro ore. Se avete qualche difficoltà, andate da lui. » Tentarono di leggere il foglio « Ma non comprendiamo nulla », dissero. « Anch’io non comprendo più nulla », risposi. E li lasciai li’, col foglio nelle loro mani. Il giorno dopo, fui chamato davanti al Consiglio : « Ebbene, mi domando’ il Provinciale, sono partiti ? » « Non lo so, risposi, ho consegnato loro il precetto formale, ma credo che non l’abbiano capito. Forse non sono partiti. » Stupito, mi rispose con furore : « Ma che cosa dici, Floris ? Sei diventato scemo, o ci prendi in giro ? Il precetto formale era per te non per loro, che stai dicedendo ? » « Si, il foglio era per me, ma uscire dal convento dipendeva da loro. Non potevo avere io la forza di scacciarli, né la vigliaccheria, l’impudenza, o il coraggio assassino di mandarli alla morte in buona coscienza. Andate voi per convincerli con la vostra autorità, o a scacciarli per diritto ma state attenti, possono essere armati. » « Armati ? » E lo spavento li prese. |
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t494230 : 16/11/2020