ANALYSE  RÉFÉRENTIELLE
ET  ARCHÉOLOGIQUE


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Ennio Floris

Francesca da Rimini

Drama in quattro atti




Atto quarto

scena settima



Indice

Personaggi

Atto primo

Atto secondo

Atto terzo

Atto quarto
- scena prima
- scena seconda
- scena terza
- scena quarta
- scena quinta
- scena sesta
- scena settima
- scena ottava
- scena nona
- scena decima
- scena decima prima
- scena dodicesima



. . . . . . . - o 0 o - . . . . . . .

CASELLA e detti


CASELLA
(Vestito da giullare col liuto sulle spalle si accosta al gruppo contento e cantando) Salute, donne gentili. Uscendo del Purgatorio ero convinto di trovarmi subito nel cielo in mezzo di angeli, invece mi trovo ancora sulla terra e fra donne gentili. Chi siete voi ? E chi state giudicando ? Infatto mi accorgo che siete riunite in giudizio d’amore. Sono forse giunto nel luogo dove vengono purificati i fideli d’Amore ?

MATELDA
Sì, cantore, tu sei giunto nel giardino dove gli uomini sono purificati dal fuoco d’amore. Tu conosci bene colui che si è affidato al nuostro giudizio.

CASELLA
(Guardando Dante) Oh! Sei tu, Dante ?

DANTE
Sei tu, Casella ? Tu vieni forse per testimoniare in mio favore ?

CASELLA
Ma sì, certo. Mi punge sempre nella mente quella ballata alla quale tu avevi affidato di manifestare a Beatrice il tuo amore e che io ho veramente cantato alla finestra della tua amata. Ma questa è rimasta chiusa.

DANTE
Cantala, allora, la mia ballata. Se questa donna celeste è veramente Beatrice come essa dice di essere, si scuoterà al tuo canto. Il mio cuore che ancora esiste in lei sussulterà spingendola ad amarmi.

CASELLA
Beatrice ! Sebbene tu resti ancora nascosta, credo che il velo azzuro non possa impedirti di intendere le mie parole. Oh ! Beatrice, la tua presenza mi toglirà dall’anima l’incubo che avevo avuto dopo averla cantata davanti alla sua casa. Ma non partire, frena l’ansia che tu hai forse di ritornare nel cielo, per essere beata come il tuo nome dice ti manca ancora la gioia di riconciliarti col tuo amico.

(Il velo di Beatrice freme e manda riflessi di luce. Casella prende il suo liuto e si mette a suonare e cantare)

   « Ballata, i’voi che tu ritrovi Amore
   e con lui vade a madonna davanta
   sì che la scusa mia, la qual tu cante
   ragioni poi con lei lo mio segnore.


   Tu vai, ballata, si cortesemente
   che sanza compagnia
   dovresti avere in tutte parti ardire,
   ma se tu vuoi andare sicuramente,
   retrova Amore pria
   ché forse non è bon senza lui gire ;
   però che quella che ti dee udire,
   sì com’io credo, è ver di mé adirata :
   se tu di lui non fossi accompagnata
   leggeramente ti faria sisnore.


   Con dolze sono, quando sei con lui,
   comincia este parole
   appresso che averai questa pietate :
   " Madonna, quelli che mi manda a vui
   quando vi piaccia, vole,
   sed elli ha scusa, che la intendiate.
(Rivolgendosi all’angelo)
   Amore è qui, che per vostra beltate
   lo face, come vuol vista cangiare,
   dunque perché li fece altra guardare
   pensatel voi, da que non mutò core "
. (VN XII)

(La donna gentile si scuote, commosa. Beatrice freme dentro il suo velo)

   « Dille " Madonna, lo suo cuore e stato
   con sì fermata fede,
   che ’n voi server l’ha ’mpronto onne pensero;
   tosto fu vostro e mai non s’é smagato ".
   Se ella non ti crede,
   dì che domandi Amor, che sa lo vero,
   ed a la fine falle umil preghero
   lo perdonare se le fosse a noia
   che mi comandi per messo ch’eo moia,
   e vedrassi ubidir ben servidore.


   E dì a colui ch’è d’ogni pietà chiave
   avante che sdonnei
   che la saprà contar mia region bona :
   " Per grazia de la mia nota soave
   reman tu qui con lei,
   e del suo servo ciò che vuoi ragiona,
   e s’ella per tuo prego li perdona
   fa che li annunzi un belsembiante pace. "
   Gentil ballata mia, quando ti piace
   movi in quell punto che tu n’aggie onore.
» (VN XII)

(Casella resta in piedi, abbassando la testa)

MATELDA
Ti ringaziamo, Casella, del tuo canto, che è stato la più grande testimonianza dell’amore di Dante verso Beatrice. Ora puoi riprendere contento il tuo cammino verso il Paradiso.

CASELLA Senza di voi ? Senza Dante ?

MATELDA
Ci ritroveremo poi, Casella. Noi dobbiamo restare ancora qui per compiere il giudizio d’amore.

CASELLA
Tu dimentichi però di bagnarmi nel Lete e nell’Eunoia, perché abbia l’oblio di peccati e la novella coscienza.

MATELDA
Non c’è bisogno per te, Casella, perché il canto è per te un oblio e nuova conoscenza. Va !

(Casella si mette il liuto sulle spalle e se ne va seguendo il cammino che l’angelo gli indica. Le tre donne e Beatrice rivolgono lo sguardo verso di lui, mentre Dante resta a capo chino. Si sente la voce di Casella che canta :
   « Amor che ne la mente mi ragiona
   de la mia donna disiosamente… » (R LXXXI))




c 1975




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